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Donne graziose, che sè fatte apposta

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BANDO DELL'ONOR


SONETTO


Donne graziose, che sè fatte apposta
    Per delizia dell'Omo, co volè,
    E sta virtù dal Cielo vù gavè,
    4Perchè sè stà formae d'una so costa.

Da vù mi son vegnù quà a bella posta
    Mandà dal Dìo d'amor, perchè sappiè,
    Che quell'Onor, che tanto vù stimè,
    8E che per conservar tanto ve costa,

Dal so conseggio lù xe stà bandìo,
    E con ello in perpetuo tutti quanti
    11Quei gran cogioni, che ghe andava drio.

I motivi del bando xe stai tanti,
    Che supera a contarli, sì per Dìo,
    Tutte quante le colpe dei birbanti.
                    15L'è stà chiamà davanti,

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E come, che'l s'hà subito assentà,
    Perchè'l saveva ben la so reità,
                    18Amor l'hà proclamà,

E co l'hà visto, che de quando in quando
    Da tutte le Città lù và scappando;
                    21Senti, questo xe 'l bando.

L'Onor, che giera solito aver stato
    Nelle case dei grandi, e del privato
                    24Imputà d'aver fatto

Patir tante gran Donne maridae,
    Che per lù tanto cempo le xe stae
                    27In casa retirae,

Perchè una putta, co la giera Dona,
    La gaveva d'andar co so Madona;
                    30Nè ghe giera persona,

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Che la servisse, o che ghe andasse drio,
    Altri, che quel cogion de so Marìo,
                    33O el Cugnà, o un so Zio.

Per parlar co una Donna maridada
    Se fava una fadiga buzarada,
                    36E a darghe una chiavada

Se spendeva in quei tempi tanto arzento,
    Che con quello in ancuò senza gran stento
                    39Se ghe ne chiava cento.

Le putte fava una vita assae ristretta,
    Le andava tutte colla so veletta,
                    42Oppur colla moretta;

Che le ghe fusse gnanca se saveva;
    Perchè in publico mai le se vedeva,
                    45Nè mai se ghe podeva

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Per causa de sto Onor buzaronazzo
    Darghe secretamente in man el Cazzo;
                    48Nè tiorse altro solazzo.

Tanto avendo commesso scientemente,
    Dolosamente, e temerariamente,
                    51E anca pensatamente,

In sprezzo della leze de Natura,
    In pregiudizio della so fessura;
                    54Se Amor aveva cura,

Che la Zente ben ben s'innamorasse,
    Acciocchè tutti quanti se chiavasse,
                    57E cussì allegri i stasse,

Costù colla so rustega maniera
    I dissegni d'Amor buttava a tera,
                    60E col farghe sta guera

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L'hà fatto dei gran danni alle persone,
    Perchè xe andà de mal tante gran Mone,
                    63Solo le buzarone

Hà godesto, e s'hà tiolto del trastulo,
    Perchè le s'hà pettà l'Onor sul Culo:
                    66Sia donca sto mulo

Per tutto quanto quel, che l'hà commesso;
    Come diffusamente più in processo
                    69Contro 'l femineo sesso,

Che'l sia bandìo da tutte le Città,
    E se'l vegnisse da qualcun chiappà
                    72Illico el sia piccà,

Nò sora un palco in mezzo a do Colone,
    Ma sotto la panza delle Done
                    75Frà quelle so Cossone,

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In dove, che l'hà fatto i gran misfati,
    Che per lù tanti xe deventà mati,
                    78O che i s'hà fatto Frati.

Per la tagia ai captori, o interfettori
    La cassa pagherà dei Fottidori,
                    81E se alcun de Costori

Lo darà alla Giustizia, o 'l mazzerà,
    Oltre la tagia anca i conseguirà
                    84La Ose, e facoltà

De liberar le Donne da preson,
    E goder tutte senza suggizion
                    87De sto Onor buzaron;

Chi ghe darà recapito, o sostegno
    I proverà d'Amor tutto el so sdegno,
                    90E anca bandij dal Regno,

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Ne'l possa da sto bando liberarse,
    Nè proponer la Parte d'alterarse,
                    93Oppur de comutarse,

Se preso nol sarà colle ballotte
    De tutti quanti quei, che al Mondo fotte,
                    96E da tutte le Potte:

Perchè la zente tutta sia informada,
    Che la presente sia pur publicada,
                    99E che la sia stampada,

Acciocchè tutti possa penetrar,
    Che l'Onor xe andà a farse buzarar.

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