Vago pensando al tempo, che gò perso

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GIUSTIFICAZION DELL'AUTOR.


SONETTO


Vago pensando al tempo, che gò perso
    A scriver tante gran cogionarìe,
    Che podeva impiegarle in cose pìe,
    4E trattarle con stil polito, e terso;

Ma dopo fazzo un Capo de Converso,
    E digo, che mal ghè in ste poesìe?
    No ghè drento bestemie, nè Eresìe,
    8No le tagia per dretto, e per roverso;

No le insegna a robbar, nè a far usare,
    O a far corto a gnessun, o a mormorar,
    11O a dir el falso, o ad alterar scritture;

Nè a far violenze, e manco pò a mazzar,
    Ch'anzi l'insegna a far delle Creature;
    S'altro infin no l'insegna, che a chiavar.
                        15De che m'hoi da lagnar?

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Che se lagna pur quelli, che fà guera,
    Che fà andar tanta zente sotto tera;
                        18In t'un'altra maniera

Mi penso, e la me par più sana,
    Perchè accresso cussì la specie umana.
                        21Quelli no se condana,

Che porta in le Città tante amarezze,
    E se condannerà chi le allegrezze
                        24Porta, e mille dolcezze?

Chi no invida alle stragi, alle rovine,
    Ma a goder le so care Parigine,
                        27Nò sentai sulle spine,

Ma sora un bianco, e delizioso letto
    A toccar qualche Mona, o un bel culetto?
                        30Oh concento, oh diletto!

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Se stasse a mì vorrìa un combattimento
    D'Omeni con Donne, che 'l tiol drento
                        33Senza farse spavento;

Ch'in vece d'una spada, o un cortellazzo,
    I Omeni gavesse in man el Cazzo;
                        36In qualche gran campazzo

Vegnisse avanti quella, e questa Dona
    A combatter col Culo, e colla Mona.
                        39Oh che gran cosa bona!

Che tutti in t'una volta se vedesse
    I Omeni, che calasse le braghesse,
                        42Le Donne se mettesse

In fazza, e contro i Cazzi più tiranti
    Via le vegnisse colla Mona avanti,
                        45E furiose, e baccanti

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Con bravura dei colpi le menasse,
    E con tanto valor le se avvanzasse,
                        48Sinchè le se impirasse;

Se poderave dar, che in sto trastulo
    A chi volesse far troppo da bulo
                        51Le ghe voltasse 'l Culo,

E che allora quell'Omo imbestialìo
    Col Cazzo in man el ghe corresse drìo.
                        54Allora sì per Dìo

Se vederave qualche bella botta,
    Perchè le Donne tiorrìa sù la rotta
                        57Per sparagnar la Potta.

Quelle, che no voltasse mai la schena
    Tornerìa a casa colla panza piena;
                        60Tornerave pò in scena

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Quelle, che xe scampade alla rinfusa,
    Co le sentisse, che da drìo ghe brusa,
                        63Siben, che se se usa.

Se tutti combattesse in sta maniera
    Se vedarìa a respirar la tera,
                        66E dove no ghe giera

Altro, che fame, e che sterilità,
    Se vedarìa dei frutti in quantità.
                        69Ma oh matto buzarà!

Che son a tiorme sù sto tanto impazzo,
    Se a mio modo gnessun no farà un Cazzo.

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