Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano/Al lettore

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AL LETTORE


La richiesta fattami da un amico che va raccogliendo materiali per iscrivere intorno a' tanti Dialetti che si parlano nelle contrade italiane, ha dato vita a questo libricciuolo; ed il pericolo che si veggano adulterate le notizie da me raccolte, affidandole ad un manoscritto, ne ha determinata la stampa; e tanto più volentieri quanto che coloro i quali indagano la importanza di ogni genere di dottrine, non accoglieranno per certo con ghigno di amarezza i lavori che lasciare possono campo a qualche meditazione. Io non sono tanto invasato da passione municipale da persuadermi che il soave dialetto veneziano meriti un'applicazione [p. 4 modifica]maggiore di quella cui abbian diritto gli altri dialetti d'Italia 1; ma fermo rimango nell'avviso, che se i Filologi d'ogni italiana provincia si adoperassero a metter in veduta i Documenti de' dialetti loro, [p. 5 modifica]com'io farò di quelli del paese in cui vivo, la storia della origine e de' progressi della lingua italiana illustre risulterebbe più rischiarata, i nostri Lessici riuscirebbero più utilmente arricchiti, e la patria letteratura s'avrebbe meglio dilucidata.

Ti darò ora ragione, o mio cortese Lettore, del come io abbia preso a colorire questo mio disegno. Con metodo bibliografico e con ordine cronologico mi sono preposto di schierarti la Serie di quelle scritture che mi è riuscito di rinvenire pubblicate nel dialetto veneziano dal duodecimo secolo cominciando, e progredendo, sin a' nostri giorni. Ho collocate in primo luogo alquante Iscrizioni antiche, le quali o nel linguaggio de' Veneziani, od in rozzo italiano, tuttavìa si leggono scolpite ne' templi e ne' [p. 6 modifica]palagi di Venezia e de' suoi contorni. Troverai poi di secolo in secolo registrati i Componimenti che s'hanno per lo più a stampa sì in acconce edizioni che in soli brani inseriti in opere diverse; e ad ogni secolo vedrai premessa una breve Introduzione che t'informerà dello stato in cui venne la vernacola letteratura.

Le notizie bibliografiche saranno quelle che colla maggior diligenza che per me siasi potuto mi riescì di raccogliere; ma nè ti prometto che sieno le sole che si possano porgerti, nè ch'io abbia detto tutto ciò che dir si potrebbe. Chi divisasse di produrre al Pubblico perfezionati i lavori di questa fatta, converrebbe che rinunziasse per sempre ad effettuare il suo proposito, perchè ogni giorno scappano fuori nuove notizie, ogni giorno si [p. 7 modifica]possono discoprire nuovi materiali ed eziandio nuovi Autori. A me basti poter affermare d'avere e veduto ed esaminato cogli occhi propri la più gran parte delle scritture che saranno registrate; esame che valse a lasciarmi campo di corredare il libro di qualche breve prosa, di qualche poetica composizione, e di qualche illustrazione che valer possa a rendere il libro men arido e più forse fruttuoso.

La mercatanzìa ch'io metto in mostra sarà ora di molto, ora di poco, ora di tenuissimo valore, ma all'oggetto mio parvemi tutta opportuna. Ciò che ho deliberatamente voluto ommettere si è il ricordare quella minutaglia di componimenti destinata ad avere brevissima vita, come sono le Poesie veneziane che in istampe volanti per particolari occasioni tanto spesso [p. 8 modifica]si scrivono e si pubblicano; e ciò facendo parmi d'avere imitato il Pescatore, il quale gitta in mare la sua rete per raccogliere ogni sorte di pesci, da que' piccioletti in fuori che le maglie della rete non valgono a contenere.

Starà al fine della Serie un Indice alfabetico di tutti gli Autori che nel veneziano dialetto hanno scritto, e che furono da me cronologicamente ricordati; dopo il qual Indice, caro essendomi, o Lettore cortese, di congedarmi da te più gradevolmente ch'io possa, fo che susseguiti il donativo di alquante Odi di Orazio, non senza molta maestrìa or ora volgarizzate in veneziano da cultissimo uomo, il quale da' prediletti e felici suoi sperimenti docimastici non sa disgiugnere l'affezione alla nazionale nostra letteratura.



Note
  1. Le odierne Muse Siciliane non vorrebbero, per es., ceder forse la palma alle veneziane; e senza parlare delle Poesie di lontana data, ci hanno esse da pochi anni forniti di spiritosissimi componimenti. Tali sono le Poesie di Domenico Tempio, pubblicate in Catania, 1814, vol. 3 in 4.to; il lavoro epico int. La Sicilia liberata di Giuseppe Fedele Vitali; Palermo, 1815, vol. 5 in 12.mo — le Rime Siciliane di Carlo Felice Gambino; Catania, 1816, in 12.mo — la Versione delle Odi di Anacreonte fatta da Tommaso Moncada; Catania, 1817, in 8.voi Proverbj Siciliani ridotti in Canzoni da Santo Rapisarda; Catania, 1824, vol. 3 in 8.vo — ed i festevoli ed attici Componimenti di Giovanni Meli, da ultimo nuovamente raccolti ed impressi in Palermo, 1830, vol. 8 in 16.mo.
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