Beta, meti la calza a la caena
Edission original: |
Jacopo Vincenzo Foscarini, Canti pel popolo veneziano, Venezia, Tipografia Gaspari, 1844 |
Fonte: |
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Beta, meti la calza a la caena,
E in canton del fogher e pan e vin;
Chè vien sta note senza falo a cena
L'Aredodese zo per el camin:
Ti trovarà doman la calza piena,
Perchè puta ti xe de bon sestin;
De fruti, rioba dolze e saoria,
La festa essendo de la Pefania.
L'Aredodese: la Befana, o Befania, ossia la Epifania.
I veneziani hanno il costume di far che i fanciulli, la sera che precede la festa dell'Epifania, appendano una calzetta alla catena del focolare, e depongano sulla predella di quello del pane e del vino, dando loro ad intendere che la Aredodese, o Befana, o Strega, nottetempo scende pel cammino, si mangia la cena ivi preparata, e poi riempie la calzetta vuota di dolci, e frutta, ed altrettali ghiottonerie.
I fanciulli aspettano con desiderio ed ansietà quella importantissima notte, e nella speranza che sia ben pingue il regalo dell'Aredodese, hanno cura di mantenersi obbedienti e buoni per tutti i giorni che precedono da vicino quel sospirato momento.
A questa festa corrisponde la notte di s. Lucia a Verona, quella di s. Nicolò in Lombardia, e tant'altre per diversi paesi, che l'uso n'è comunemente accettato.
De bon sestin: vale a dire, fanciulla bene allevata, e di buon gusto.
Roba dolce e saoria: roba dolce e saporita.