Giornale dell'assedio di Costantinopoli 1453/Prefazione

Da Wikisource
EPUB   MOBI   PDF   RTF   TXT
Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.

[p. III modifica]Chi anche foglio a foglio abbia letto, non pure negli storici moderni, quanto in Leonardo da Scio, e nei bisantini, presenti, o di poco discosti alla catastrofe dell'impero orientale, troverà tuttavia di che tenere in pregio il giornale, ora mando alla luce. E per certo, tanto è peregrino, ingenuo, e ad ordine particolareggiato il racconto degli avvenimenti ad occhio veduti dal veneto patrizio, che prezioso, e ammirabile, più che gli altri rassembra. — E sebbene di nuovi fatti non sempre abondi la narrativa del Barbaro, e in altri di lieve portata, divarii dagli storici concordi nell'asserire l'opposto, importantissimo, anzi unico vuol essere considerato il Nostro, allorchè prende a trattare dei Veneti, i quali tanto vigorosamente fronteggiarono gli eserciti di Maometto.

Nè vi ha per avventura, chi con particolarità più strette, quanto il Barbaro, si distenda sulle condizioni dei Veneziani, e sulle misure per loro pigliate a respingere da Costantinopoli la piena irruente del Turco, e francheggiarne l'Europa. — Che se la dominatrice dell'Asia, e dell'Europa, per viltà, e sordida avarizia dei greci, per antiche, incancherite discordie civili, e religiose, soggiacque al genio di Maometto, eterna durerà la fama del valore tuttochè sfortunato dei pochi Veneti, i quali tanto valentissima prova vi fecero, nel difenderla. Non intendendo io poi entrare parte a parte nei meriti del presente giornale, accennerò brevemente un fatto solo, e gravissimo, del quale è dubio fra gli storici. Notorio è il modo ambiguo, e coperto dei Genovesi di Pera, per tutto l'assedio; ma non egualmente, la parte da loro avuta nella fallita impresa del veneto Cocco, al quale gli scrittori di quella guerra, osano disputare la gloria di un magnanimo [p. IV modifica]ardimento. — Se non che il racconto del caso miserando, è talmente circostanziato nel Barbaro, da potersi dire con saldo fondamento di verità, pur troppo arricchita la storia dei tradimenti.

Vengo ora insù 'l ragionare dell'autografo, che si conserva all'I. R. Marciana in Venezia.1 Il chiarissimo Cicogna, che nel Saggio di bibliografia veneta, pag 105, tocca di questo codice a penna, premise all'autografo in un foglio di giunta, la seguente informazione.

"Il Codice, è tutto autografo, tranne le due prime pagine di indice,2 e le due ultime 67. 67. tergo, di giunta, e qualche piccola giunta sparsa nel Codice,3 le quali tutte sono di mano di quel Marco Barbaro qm. Marco, ch'è detto il genealogista, e del quale in questa Marciana si ha un libro di Nozze, e il quale era della stessa casa di Nicolò Barbaro.

Eredi di questa famiglia furono i Gritti, che oggidì stanno a Santa Maria Zobenigo, e con tutte le altre carte, e con qualche altro Codice, passò in loro potere anche questo. Ultimamente lo avea Domenico Gritti, colto uomo, ed esercitato nella pittura; ed egli sendo nel Liceo Convitto di Venezia, lo cedette per cambio di libri più utili per li suoi studi, al prete Don Valerio Giason Fontana roveretano. Questi, partito da Venezia, lo aveva recato seco. Venutosi a sapere, ch'egli possedeva questa opera, non solo inedita, ma per quanto credesi anche ignota finora agli storici di quella famosa guerra, e agli studiosi delle cose veneziane, il Sig. Ab. Bettìo Bibliotecario, col mezzo di E. Cicogna desiderò di farsene trar copia a [p. V modifica]spese della Biblioteca.4 In effetto il Cicogna scrisse al Fontana, e questi fece fare con tutta l'esattezza, e precisione, e diremo quasi in facsimile la trascrizione del Codice stesso, e nel Settembre 1829, la recò egli stesso al Sig. Bibliotecario Bettìo, e ne ricavò il prezzo da darsi al copiatore in svanziche cencinquanta.

Defunto poi nel 1835 il Sig. Abate Fontana, non cessò il Cicogna d'instare appo gli eredi, per ottenere l'autografo, e dopo varie ripulse, dimandato da essi un prezzo, il Codice autografo giunse in Venezia in questo dì 9 giugno 1837 col mezzo di S. E. il Presidente dell'Appello Francesco degli Orefici, che col Sig. Giuseppe Telani di Rovereto, ebbe un grandissimo merito, onde indurre gli eredi a privarsi di una cosa, da loro pure conosciuta preziosa. Ed oggi, 10 detto, io E. Cicogna, lo deposito nelle mani del Sig. Bibliotecario Bettìo, in riserva di indicargli qual prezzo venga richiesto definitivamente dagli eredi, lo che mi verrà quanto prima comunicato da S. E. degli Orefici."


"Il prezzo definitivamente convenuto, ammontò a soli fiorini cinquanta, esborsati nel dì 6 Luglio 1837."

P. Bettìo.


Il Dr. Tommaso Gar, caro all'Italia per l'amore, col quale ne va illustrando la storia, fino dal Gennajo del 1847, avea fatta levar copia del Diario con intenzione di arricchirne l'archivio storico italiano. Quali impedimenti si siano attraversati alla stampa non so; positivo è, che nel 1864, ei mi venne affidato dal Gar stesso, con cui già molt'anni tengo strettissima amicizia, perchè lo dessi alla luce. Pervenuto in me il manoscritto, ebbi a migliorarlo, confrontandolo coll'autografo, la qual fatica, per l'angustia del tempo, mi fu cortesemente agevolata dall'egregio Bibliotecario Ab. Valentinelli. — E mosso dal desiderio, di dare a questa edizione quel compimento, che per me si potesse migliore, mi parve al proposito corredarla di alcuni origi[p. VI modifica]nali documenti, cavati dall'Archivio dei Frari, tenendone obligo infinito al cav. Mutinelli degli studi veneti, oltre a modo benemerito, non meno, che al dotto paleografo Cesare Foucard, il quale invigilò all'esattissima copia dei medesimi.5 Le poche annotazioncelle, di quando in quando aggiunte in piè del giornale, opinai, bastare all'intelligenza non punto facile del testo, la cui ortografia, malgrado il contrario parere di alcuni, volli scrupolosamente conservata


Di Vienna nel Novembre 1855.

E. C.



Note
  1. DCCXLVI classe VII. dell' appendice al catalogo de' mss. italiani.
  2. ommesso nello stampato.
  3. Furono da me notate a piè di pagina, alle quali vogliono essere aggiunte le seguenti.
    pag. 2. lin. 15: che non volse calar
      "    "    "   22: altri fece tagliar per mezzo
      "    "    "   25: over deliberado de far morir
      "    6    "   8: MCCCCLII adì XIV dezembrio di zuoba
      "    "    "   34: Summa XXI.
  4. L'apografo sta registrato al numero DCXCVIII della stessa classe VII dell'appendice al catalogo de' Mss. italiani.
  5. Sono 15 a novero, e aventi corrispondenza, non che alle poche, e tarde provisioni giudicate a proposito dalla Repubca Veneta, prima della caduta di Costantinopoli, ai preliminari della pace col Turco seguita nell'aprile del 1454.
Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Giornale_dell%27assedio_di_Costantinopoli_1453/Prefazione&oldid=41783"