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Amor materno nel dialetto veneziano/Prefazione

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.


[p. 7 modifica]Quanto efficace e pittoresco e abbondante il dialetto nostro nel significare gli affetti, specie il materno! Come varie e originali quelle invocazioni delle popolane a' lor figlioletti, e che geniale dizionario veneziano di tenerezza materna se ne trarrebbe, quando tutte le potessimo scavare queste gemme preziose della inesauribile miniera!

Io, sempre in mezzo a bambini per ragion di professione, potei ammassarne parecchie; ed ora, eccole qua nella loro genuina purezza, ossia quali venni, e son le più, apprendendo direttamente dalla bocca delle madri medesime.

Che se alcuno brontolasse: Tempo sprecato!...; ebbene, sì, tempo sprecato (risponderei), qualora tu ponga mente soltanto all'imperizia del raccoglitore in siffatto genere di studi. Ma pronuncierà poi giudizio consimile chi voglia riflettere, che ad altri [p. 8 modifica]pratico ed esperto della materia (come il Pasqualigo, il Dal Medico, il Bernoni, il Tigri, il Ferraro, il Finamore, il Righi, a non citare que' colossi del D'Ancona, del Pitrè, dell'Imbriani, del Salomone-Marino, del Comparetti) inspirarono queste pur tanto ridevoli collezioni, lavori de' più sostanziosi e fecondi per la lingua di originali e preziosissimi acquisti? Non mi sembra in verità; chè, via, lo sanno oramai anche i fanciulli come possano inoltre tai cianciafruscole, a chi ci abbia intendimento, dischiudere addirittura un vero tesoro di luce intorno ai costumi d'un paese, alle sue origini, ai pregiudizi e financo alle sue credenze e tira via.

Molte di queste invocazioni si riferiscono ad uno o ad altro de' caratteri fisici che più risalta nel bambino; molte alle sue naturali funzioni, al suo temperamento, alle sue tendenze. Quando lo sentirai chiamare co' nomi di persone e di cose le più sante e rispettabili, quando con quelli delle più comuni e triviali; e tu chiudici un occhio, pudica lettrice, e perdonami se non ho saputo resistere alla voglia di riportarne alcune delle meno illecite e insieme più in uso: talvolta ti colpiranno argute similitudini, pescate in tutti e tre i regni della natura e nel quarto se ci avesse, tal'altra dolci e cari vezzeggiativi, in cui leggi chiaro e lampante come senta il popolo nostro; e a qual'altra fonte vorresti tu attingere tal sentimento, che fosse più naturale, più vera, più spontanea di quella che scaturisce dall'amore di madre?
[p. 9 modifica]Certamente le donnicciuole nostre ignorano affatto affatto Platone e Aristotele, Spencer e Bain, Hegel e Fichte (beate loro!), Leopardi e Schopenhauer (più ancora beate!); eppure in questo documento della popolare sapienza troverai filosofia del pari e di quella sana per giunta, che non ti scombuia la mente nè t'indurisce il cuore. Certamente le popolane nostre non conoscono un verso solo di Dante o di Petrarca, di Giusti o di Carducci; e però quanto preferibile la poesia delle loro passionate e non di rado grasse volgarità alle anemiche e sensuali sciatterie de' troppi versaioli moderni!

Ma ad esse senz'altro la parola: la ho loro fin qui usurpata anche troppo. Mi si conceda soltanto di riprenderla a fin di pagina ogni qualvolta stimi necessario illustrare qualche motto o (ancora più) chiarire ai non veneziani e quindi mal pratici del dialetto nostro, il senso d'uno o d'altro vocabolo.

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