Trieste vernacola/XII. Flaminio Cavedali

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Trieste vernacola, Antologia della poesia dialettale triestina, a cura de Giulio Piazza, Milano, Casa Editrice Risorgimento R. Caddeo & C., 1920

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XII.


FLAMINIO CAVEDALI

(Vivente).


Nel 1907 pubblicò il primo volume di versi in dialetto triestino, Dopo el lavor (Trieste, Tipografia della Società dei Tipografi). Più tardi, pur essendo assorbito dal giornalismo, scrisse versi vernacoli qua e là per i giornali. Durante la guerra pubblicò alcuni bellissimi versi patriottici nei giornali di Firenze, ove aveva preso domicilio, e questi versi furono riprodotti ed ebbero larga eco di successo. Dopo la redenzione fece ritorno nella sua Trieste nativa e fece ristampare, in un periodico settimanale, la collana di inspirati sonetti dialettali, L'attesa, ch'egli aveva scritto nel 1915 mentre si attendeva ansiosamente la vittoria dell'Italia contro l'Austria; e furono quei sonetti, sgorgati da un cuore italiano, un vaticinio, un lieto presagio. Il libro di Silvio Benco, pubblicato dalla Casa Editrice Risorgimento di Milano, in tre volumi, sotto il titolo Gli ultimi anni della dominazione austriaca a Trieste, illustra ampiamente e con una prosa magnifica molti degli avvenimenti e degli stati d'animo accennati dal Cavedali nella sua collana di sonetti.


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