Burchiella, ne' più maturi anni dandosi alla mercanzia, andò in più parti del Levante, onde avvenne che, per non istare ozioso, in Corfù e in Candia cominciò a esercitarsi in recitar Commedie; di donde ritornato, insieme con frate Armonio e con suoi compagni, levò un'Accademia di Musica, la quale era gratissima a tutta la città. Onde per più stabilir la detta Accademia volle mostrare quanto in rappresentar esse Commedie valesse. E fu il primo che le mutò in più lingue, nelle quali divenne così chiaro, che oltre alla lingua comune italiana, contraffacendo la greca e la bergamasca, passò in quelle così avanti ch'egli meritamente si può chiamare il Roscio della nostra età. Quando è stato fama che la sua persona intervenisse in alcuna Commedia, è stato tanto il concorso di ciascuna qualità di persone che a pena vi potevano capere. Ora, quantunque egli sia così raro nel recitare, non è che altrettanto, e più, non si sia dimostro nello scrivere; onde spesso si son veduti de' suoi versi nell'una e nell'altra di queste due lingue di tanta perfezione che possono contendere col Bembo e col Petrarca. Veggendo egli dunque in quanta stima sia l'opera dell'Ariosto, gli cadde nell'animo di fare ancora egli un Poema piacevole nella greca volgare ad imitazione di esso Ariosto, nel quale
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