I. Lamento per la lontananza di un Marito passato alla Crociata in Oriente.
Giovanni Brunacci padovano in una Lezione sulle antiche origini della lingua volgare de' Padovani; Venezia, 1759, in 4.to, riporta questa Canzone tolta da un antico rotolo esistente nell'archivio di s. Urbano in Padova, scritto l'anno 1277, indizione quinta, giorno di sabbato, ventitre dicembre. E' il lamento d'una moglie per la lontananza del marito nel tempo della Crociata che ordinò papa Urbano Quarto a fine di riprendere Gerusalemme. La Canzone è di 108 versi di nove sillabe, rimati a due a due, e de' quali è il seguente un breve saggio:
Responder voi a dona Frixa
Ke me conscia en la soa guisa,
E dis keo lasse ogni grameza
Vezando me senza alegreza;
Ke me Marìo sene andao1
- ↑ Le desinenze in aa in ao in ae doveano essere comuni a' Padovani, a' Trivigiani, a' Veneziani, mentre fra noi le vocali facilmente sfondano le consonanti. E queste sincopi non solo accadevano al fine delle parole, ma lo erano talvolta nel mezzo, od anche al principio, poichè manco che si pronunziava manco si affaticava. Osservò il Brunacci, che un luogo del Padovano il quale nel