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Pagina:Selvatico - Commedie e Poesie Veneziane, Milano, Treves, 1910.pdf/286

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And. Sicuro! Anca la mama, che proprio stamatina me façeva l'identico discorso...

Emma. (con slancio). Ma dunque anca la mama s'à incorto che Marcelo xe cambià? che Marcelo ga qualcossa?

And. Ma andèmo, la se calma.... la sa ben che de le volte se dise dei sempiessi, ma a sto mondo ghe vorìa po' altro se dovessimo badarghe!

Emma. No, no, Andrea! lo prego, lo scongiuro! vogio saver tuto! Vogio ch'el me diga tuto!




Come i lettori vedono, quando la tela s'alza sul terzo atto, Marcello è da breve tempo ammogliato con Emma. Il suo carattere ha subito una visibile trasformazione. Non più l'uomo violento, aspro, impulsivo; egli è tranquillo, d'una tranquillità un po' velata di malinconia, d'accontentatura facile e quasi rassegnata. Le cause di questa trasformazione? I più non esitano; essi le attribuiscono ad Emma. Ed è, invece, un sentimento postumo di commiserazione verso la donna scomparsa, ch'egli avrebbe potuto con sì lievo sforzo morale rendere felice: sentimento acuito dalle improvvide parole di coloro — perfino di Giovanna! —

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