fornito di quattro ale, gran volatore, detto Libellula.
Snio. Epiteto di pelo morbido e liscio.
Soggio. Scoglio.
Soja. Lametta di ferro, che serve ai tagliapietra per incastrare il cuneo nelle fenditure.
Solerio. Voce antiquata, e di significato perdutosi da molto tempo, ma che ciò nullaostante, come osso arido, insepolto, rimane in molte parti d'Italia per nome di contrada, o per aggiunto di edifizio. Molte sono le spiegazioni che se ne dànno; ma nessuna mi garba, se non quella che proviene dalla Legge 2. del Digesto, pag. 17, da cui si scorge che si diceano luoghi e famiglie in Solerio quelli o quelle che stavano su di un terreno ceduto ad esse dal publico, per cui a questo pagavano un tributo. Questa, e non quella del solajo sopra la chiesa, come crede il Sonzogno, è l'origine di S. Ambrogio in Solario di Milano, e questa era la ragione del sopranome in Solario delle nostre famiglie Arnaldi, Gorghi, Squarzj (non dal Sole pinto sulle case, come fu detto), le quali abitavano in Berga presso al Romano Teatro, probabilmente sul terreno ove fu il palazzo imperiale, il cui suolo fu ad esse ceduto dal publico.
Spantazar. Lo sconciarsi che fa nel cadere una forma di che che sia, costruita di cosa tenera.
Spaveggiar. Sfarfallare. Lo dice il contadino, con bella figura, al ramo che getta foglie novelle in primavera. Dicesi anche di chi esce di casa lindo, bello, vestito di nuovo.
Speri. Impanate di tela alle finestre (vedi Magrini, Storia della Cattedrale di Vicenza, anno 1538, pag. 78).
Sperluzzaro. Albero di alto fusto, che dà un frutto rosso, di pasta nespolina. Crathaegus vitifolia. Manca al Marzari. È più antico del 1620.
Spiazo. Spazio. Termine che si usa per significare un luogo raso, ampio, piano, che per lo più succede ad uno stretto.
Spovolare. Divulgare un segreto.
Spruggia. Fessura di monte.
Steola. Stipula.
Straseggio. Viottolo. Usasi ed è antico. Si trova in un Documento del 1565, riportato dal Bertotti nel suo Forestiero istruito, pag. 81.
Strigia. Fila lunga e sottile di cose succedentisi così come cordelle di carta, di rame, catena di cose o d'uomini. I fanciulli usano di prendersi in molti per mano, e correndo cantano in coro: Strigia strigia lunga, barba barba lunga, magna pan e latte, peta zò le culatte. E così dicendo si accosciano tutti insieme.
Superstite. L'architetto Comunale. Voce del secolo XVI., perdutasi.
Stubiare. Agitare il fieno dopo tagliato, perchè si secchi.
Susia. Epiteto della lavaerrata corrige originale dopo tondata, e prima che preparata.
Tamazo. Dicesi l'atto del cadere dal sovraposto così sul sottoposto a combaciarlo. Voce usitatissima ed antica. Tamazolo trovasi all'anno 1296.
Tanfurlon. Andare a tanfurlon è andare all'inferno, od in malora. Qual lingua si parli qui non so indovinarlo. — Il Furlo è un passo malagevole dell'Apennino.
Tartufola (vedi Patata).
Tartufolaria. Pietra di Monteviale, che il Maccà, Tom. IX. pag. 163, pretende che sia l'antica Gagate.
Tavarnelle. Contrada di Altavilla, ove si dice il nome venuto dalle molte osteríe, che fino dai tempi Romani ivi erano Tabernule. Marin Sannuto all'anno 1483 nota che pur vi erano queste osteríe al tempo suo. Tale denominazione trovasi in molte parti d'Italia. (Vedi Schiassi, Museo di Bologna, pag. 15, che la nota sul Bolognese; e Gab. Rosa sul lago d'Iseo (nei Documenti storici.)
Terrabianca. Argilla del Treto, che si usa in molte fabbriche per confezionare le terraglie, o per purgare i panni-lani.