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Pagina:Poesie di Francesco Gritti in dialetto veneziano.djvu/34

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perciò il Cesarotti, nell'atto di magnificarlo come eccellente nel proprio idioma vernacolo, quasi pentito volle sospender l'elogio, trattandosi di uno scrittore, che a più alta meta salendo: maneggia la lingua italiana con egual maestria e felicità che la veneta1.

Così dolcemente intrattenendosi menò una vita lieta e tranquilla sino al dì 16 Gennajo dell'anno 1811, in cui da repentina morte colpito pagò l'inevitabil tributo. Contava l'anno settantesimo primo; ma la freschezza de' lineamenti, l'energia dello spirito, l'attitudine di tutte le sue facultà, ci lusingavano che non dovesse essere così vicina una perdita tanto increscevole. La sede del suo male era occulta; una lacerazione delle fibre e lacerti del cuore arrestò il corso a' suoi giorni quando meno lo credevamo. Siam di parere, che la imperturbabilità, conservata a dispetto di molte vicende spiacevoli, siagli stata ministra di quella fiorente salute che godè quasi fino agli estremi del viver suo. Non era l'infinita imperturbabilità dello Stoico, che tutto disprezza al di fuori per orgoglio, e forse tutto teme al di dentro per bassezza di animo; ma era la fermezza dell'uomo virtuoso, che sente

  1. Sagg. sulla fìlosof. delle lingue.
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