È noto come il dialetto veneziano da lunga stagione abbia ottenuto il suffragio dei dotti. Sino dal secolo XVI il famoso grammatico Virunnio Pontico, l'appellò bellissimo e dottissimo fra tutti i dialetti, siccome quello che nella grazia e nella dolcezza cammina assai da presso alla lingua di Omero1. Il Bettinelli2 e il Foscarini3 vi hanno notati parecchi accenti e non poche maniere, che sanno del greco. Apostolo Zeno lo trova ricchissimo di voci e di veneri tutte proprie e native4. Il Boaretti lo vuole atto ad ogni stile5, nè inchina meno alla lode quel Cesarotti il cui giudizio vale per molti autori6. Ma gli è pur vero, che per molti secoli non v'ebbe scrittore che facesse tesoro di tanti pregi, e che quanti comparver da poi o si mostrarono inferiori all'impresa, o circoscritti a un solo genere, non furono a portata di far vedere com'egli prenda tutte le tinte. L'onore parve tutto serbato all'ottimo Gritti, e se non c'illude il santo nume dell'amicizia, ci sembra
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