Pagina:L'acqua alta.djvu/15

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con l'Astrologia, e abbandonaimi alla nuova, ma non men della prima fallace, speranza di avere trovato di che arricchirmi, e vivere nell'opulenza i miei giorni.

Siccome io sono uno de più bravi Architetti di Castell'in aria ch'esistano, proseguendo il mio cammino, e portando meco l'involto, andava meco medesimo della mia buona sorte congratulandomi. Tre o quattro cento caratti di brillanti, tra quali uno color di rosa di novanta grani alio incirca per farmi subito, subito un'anello: tre, o quattro ripetizioni d'oro tempestate di pietre preziose: due o tre tabacchiere dello stesso metallo colle stesse decorazioni: ecco, diceva io tra me stesso, ben più che non mi ha predetto l'Astrologo, ecco di che comperarmi un Principato, di che sentirmi a dire allo intorno, servitore umilissimo e divotissimo di Vostr-Altezza. Fuori di Venezia domani: di volo a Parigi: carrozza dorata e dipinta a figurine Chinesi con la più bella vernice di Martin: due, quattro, sei mute di cavalli: un Palazzo addobbato con tutto il lusso e con tutta l'eleganza della moda: Cuoco, Camerieri, Staffieri, Svizzero, Lacchè, Abate, Buffone, e Poeta: magnifica e commoda Loggia al Teatro, abiti sfarzosi, grands soupès, petit soupès, promenades, Maitresses! E chi è egli mai codesto ricco sfondato Straniero? E' forse il Marchese di L.......? il Duca di M.....? Oibò, v'ingannate. Egli è, il

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