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Pagina:Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano 7.djvu/30

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„La mia fortuna, o l'anzolo custode!
     Cossa vorla che diga!
     In fati mentre là ne la mia tore,
     605A la presenza de vinti curiosi
     In mascara d'amici,
     Per onor de la patria
     Afetava disprezzo per la morte,
     E calma filosofica sul viso
     610C'una borasca de biasteme in gola...

     Qualcun grata a la porta, sala, Padre.”

Entrate pur... Scusi Eccellenza!... Qui,
     Qui, qui sul desco; andate,
     Ci rivedremo poi... Peppino, a te
     615Ecco le chiavi, presto...
     Le salviette di seta; i due piattini
     Di porcellana verde; i bicchierini
     Di cristallo di rocca...
     L'ampolla del rubino, già capisci.
     620E il coltellino d'oro... Vo-Eccellenza
     Or si serva e mi onori.


„Questa, Padre,
     Xe una marenda proprio da monarca!
     Qua gh'è boca-che-vustu!”

625Dice bene, eccellenza, da monarca!

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