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Marco e Tòdaro/Avvertimento degli editori

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
AVVERTIMENTO DEGLI EDITORI
1886

 Edission original:   

AnonimoMarco e Tòdaro, versi in vernacolo venezian de un mestro de Canaregio, Venezia, tipografia antica ditta Cordela, 1886

 Fonte:

Indice:Marco e Tòdaro.djvu

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AVVERTIMENTO
DEGLI EDITORI


A più classi di persone, a parer nostro, dovrebbe riuscire accetto il libriccino presente. Il popolo nostro dapprima; il quale leggendo e ricercando, siccome ha fatto, parecchie delle poesie qui raccolte, che furono pubblicate per le stampe in qualche occasione, ha dimostrato come esse gli sieno nel genio ed ha così incoraggiato l'autore a proseguire in questo modesto arringo. E alla [p. 2 modifica]classe più colta eziandio; la quale nè rispetto agli argomenti trattati, nè rispetto alla forma e alla intonazione di questi versi, vi troverà mai idee futili, ignobili sentimenti, nè espressioni volgari, o meno urbane e civili. Ai veneziani poi in generale, di qualunque ordine sieno, crediamo che piacerà veder rispecchiati in queste composizioni i loro sentimenti, le idee, le tradizioni, i costumi, e talvolta la ricordanza di fatti contemporanei; ma così alla buona, senza orpello di arte falsa o partigiana, senza sussiego cattedratico, nè metafisiche nebulosità. Certo si tocca anche qui la morale e talora, ma solamente di rimbalzo, la politica: ma sempre alla mano, ma sempre benignamente, e col semplice desiderio di mettere in mostra e di far amare il bene ed il meglio, e senza la minima intenzione di deridere persona alcuna [p. 3 modifica]in particolare, anco quando il componimento inclina alla satira.

Alle persone erudite poi, ai letterati anche se non sieno di Venezia, vogliamo sperare che non dispiacerà un libro che fa fede di questo nostro dialetto, il quale ha destato e desta tuttora le simpatie anche di altre regioni italiane: dialetto già famoso un dì per una certa importanza, quasi diremmo, ufficiale, e rimasto poi sempre arguto, armonioso, sonoro, pieghevolissimo. Ed è appunto cotesto dialetto quale oggi si parla, che da questi versi è fedelmente rappresentato: cioè senza veruna affettazione di toscanesimo e di forme classiche o letterarie, e del pari senza l'affettazione opposta di arcaismi locali, vieti oramai e poco intelligibili all'istesso popolo nostro.

Colla idea pertanto che questo libretto possa esser letto anche da non veneziani, abbiamo [p. 4 modifica]indotto l'autore ad apporre qualche nota, che ci parve indispensabile, in quei luoghi massimamente dove si allude a cose e a memorie del tutto nostre, o dove la frase più si scosta dal comune linguaggio nazionale.

Resta ora che i leggitori facciano buon viso all'operetta, il ricavato netto della quale è devoluto sin d'ora ad un'opera pia, e incoraggino così i nostri sforzi a tentate qualche altra consimile, ma più importante pubblicazione.


Venezia, 28 Agosto 1886


Gli editori.
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