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Il tresette al buio

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
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X.
Il tresette al buio.
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Quattro sollazzevoli uomini alcun tempo della sera stavansi ingannando a giuocare il tresette, e tenea loro compagnia altra persona che era in sull'osservare. Non andò però molto, che preso da sonnolenzą incominciò co’ sbadigli, e finì col russare saporitamente. Per il che i giuocatori scesero nell'avviso, che fosse lor porta bella occasione da godersi in allora d'una graziosissima burla. E come che sentissero rincrescimento d'interrompere, così in su due piedi il giuoco, pure affine che il concertato non andasse a vuoto, smorzarono i lumi, e ben bene avvertirono, che nella stanza non fosse messa per avventura alcuna luce per qualche spiraglio. Posersi poi al tavolo, e, mosso non so che romore, fecero le viste di continuare il lor giuoco; e l'uno provocava, l'altro accusava al compagno un errore, il terzo gridava le giuocate ed i punti. Destatosi intanto a quel romore il buon uomo, io son d'avviso, che discorrendola seco lui credesse tuttora dormire e sognare, ma allorchè di questo non potè più tener dubbio, avvegnachè le [p. 19 modifica]chiacchere dei giuocatori, e un'improvvisa tema di cecità l'aveano tolto a quella stupida aberrazione che tra veglia e sonno tiene il mezzo, ed ei troppo bene sentiva come la sua mente fosse nella vigoria di pensare, incominciò a far frega agli occhi, e poi, quasi del tutto assicurato, a gridare altamente: misericordia! son divenuto cieco. Di che fecero grande stupore i compagni e sgridandolo domandavanlo s'era pazzo o se sognava, e mostrando di continuare il lor giuoco e diffidavano e rispondevano. Il perchè venne in grande disperazione, e fu sorte che lo scherzo chiedesse l'oscurità, standosi gli altri colle mani alla bocca per dar freno alle risa, che già già non poteano contenersi da qualche aperto sghinazzare. Il merlotto intanto non sapea darsi pace, e chiedea se pur fossero i lumi a dar luce alla stanza. Gli si rispondea seriamente, che sì, ma che già non era d'uopo di queste assicurazioni, ch'egli volea il gabbo loro, e che gli occhi suoi brillando come prima, non davano vista di male alcuno. Queste parole assieme alle altre circostanze crebbero la sua agitazione sì che era per uscire di senno: non valse il dirgli che tutto era scherzo e finzione; egli credea che si facesse per acquietarlo soltanto, nè ci volea meno del ritorno del lume a pienamente rassicurarlo.

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