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Pagina:Trieste vernacola.djvu/83

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BONA FORTUNA.


Gigia, col borineto1
A caminar xe un gusto,
Da brava svelta, vestite
E vien con mi a San Giusto.

E là su quel mureto
Se sentaremo arente;2
Coi oci parleremo
E cola boca gnente.

     A Roma i ga San Piero,
     Venezia ga el leon,
     Per noi ghe xe San Giusto
     E el vecio suo melon.3

La luna ghe fa ciaro
Ai monti, al mar lontan;
Gigia, che bela note...
Guàntime per la man.4

  1. borineto, diminutivo di bora, il vento triestino; borea, boreale, vento di Nord-Est-Nord (Nota di Wikisource: si tratta di un errore; la reale direzione di provenienza della Bora è da Est-Nord-Est)
  2. arente, accanto.
  3. La comunanza dei simboli di Roma e di Venezia con lo storico San Giusto triestino, e il pensiero patriottico che questa comunanza aveva inspirato, trovarono subito l'eco di tutti i cuori quando la canzoncina fu cantata per la prima volta nella sala del Circolo Artistico, nel carnovale del 1891, e di là si diffuse poi e corse le vie della città. In quanto al melon di San Giusto, esso è la continuazione di un piccolo errore infiltrato nella tradizione popolare triestina. La colonna che sorge sul piazzale di San Giusto a Trieste regge una figura di forma conica che sembra sia piuttosto una pina, ma che il popolino battezzò per un mellone
  4. guàntime per la man, afferrami per la mano.
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