Pagina:Trieste vernacola.djvu/74

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LE MARGHERITE.


Una serva andava a spasso
L'altra sera, per vacanza,
E una scorza de naranza
4Tuto in tun la fa cascar.1

Cori gente de ogni parte,
Oh cristiani! che spavento!
La xe' ndada in svanimento...2
8No i la senti respirar.

Presto presto! Qua infermieri!...
Tre dotori xe za in moto...
Una gamba... un brazzo roto...
12Trasportèla al ospedal...

Ziti! pian! La verzi un ocio...3
La se movi... La sta drita...
— El suo nome? — Margherita...
16Ma no posso... stago mal... —

E i fa, lesti, per portarla.
Ma una guardia: Indrìo, scenòri!4
Margherite i superiori
20No permeti de portar. —


Questo scherzo satirico fu scritto all'epoca della dominazione austriaca, quando a Trieste l'i. r. polizia aveva proibito ai cittadini di portare margherite all'occhiello, perchè vedeva in quel fiore un'allusione sovversiva in omaggio alla regina madre. La poesia a suo tempo fu recitata in parecchie città d'Italia, suscitando ovunque ilarità ed applausi, e molti giornali la riprodussero.

  1. Tuto in tun, improvvisamente, ad un tratto
  2. svanimento, svenimento, deliquio
  3. la verzi un ocio, apre un occhio
  4. indrìo, scenòri! — Indietro, signori! scenori — è l'imitazione della pronuncia slovena delle guardie austriache che erano incaricate di eseguire gli ordini della i. r. polizia.
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