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Pagina:Trieste vernacola.djvu/20

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con le sue angoscie, con le sue promesse, con le trepide attese.

Ecco l'aspettativa fremebonda che l'Italia rompa gli indugi, nella primavera del 1915, ed entri in guerra per liberare le terre irredente. Ecco lo scoppio della guerra; le infami escandescenze della plebaglia assoldata dal Governo austriaco. Gli internamenti, i confinamenti, le carceri, il terrore, la miseria, la fame.... Tutto l'orrendo satanico arsenale del terrorismo austriaco....

Molte cetre dialettali si tacquero, paralizzate. La beffa che aveva sghignazzato, scoccando i suoi dardi dinanzi agli attoniti sguardi dei poliziotti dell'Austria, ora taceva, perchè le anime, frementi nella attesa della liberazione, sanguinavano sotto il peso delle tiranniche costrizioni e attendevano il giorno del riscatto per librare al vento le loro strofe inneggianti all'Italia, sferzanti gli oppressori e i tiranni.

Pochi poterono sottrarsi alle persecuzioni del Governo austriaco. Essere italiani, e aver scritto in italiano, adergendo l'anima verso l'Italia, era considerato, naturalmente, un delitto, e andava punito.

Tuttavia, nonostante l'atmosfera di terrorismo

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