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Pagina:Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano.djvu/172

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Il Boaretti a questa sua capricciosa versione ha fatto precedere una Lettera in cui parla delle Cognizioni necessarie per la intelligenza di Omero e per leggere con profitto la presente versione; e quanto al vernacolo prescelto, veggiamo che cosa ne dica egli stesso (p. lx):

„Mi piacque di scrivere in questo stile vernacolo, in cui già da numero notabilissimo di persone fu letta la metà della Iliade, e letta avidamente. Sembra perciò, che debba ora molto più accadere lo stesso all'Opera tutta corretta ed unita, e di cui il meglio restava ancora da pubblicarsi. Ad imitazione di Omero non mi attenni ad un dialetto determinato e solo; ma questo misto di dialetti, in cui scrivo, è di tal carattere che non solo venne inteso pienamente e piacque nella veneta dominante e nelle adiacenti città, ma in molte altre d'Italia, ove avrei creduto dovesse riuscire oscuro e nojoso. E feci io così, per avere energia d'espressioni, varietà di termini e di rime, onde spesso non incorrere nelle stesse desinenze; adottando anche tutti que' vocaboli che vengono usati comunemente ne' discorsi familiari dalle nobili e colte persone che in que' dialetți medesimi parlano tra di loro delle materie più rilevanti di letteratura, di politica, e d'altre simili. Qualunque però siasi questo mio vernacolo, ognuno vedrà

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