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Pagina:Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano.djvu/145

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alla rinomanza de' Pericli e de' Tullii. Nè saprei staccarmi da questo argomento senza qui riportare, siccome a saggio di eloquenza nobile, coraggiosa ed inspirata da circostanza impreveduta, un solo tratto narratomi dal rispettabile mio amico Prof. Angelo Zendrini. Alvise Emo, fratello di Angelo Emo, ultimo e celebre Ammiraglio della Repubblica, era uomo di alto sentire e di tenace proposito, ma ad un tempo di austero se non cinico aspetto. Trattavasi l'anno 1762 nel Maggior Consiglio di Venezia se si dovesse conservare nella Repubblica il Tribunale degl'Inquisitori di Stato, in difesa del quale egli salito era in bigoncia. Con una parrucca mezzo rabbaruffata che non ti parea punto disgiunta da un gran pajo di sopracciglia folte e rilevate, avrebbe forse potuto movere al riso; e già mentre con franco e libero ardire e' si accigneva a parlare, ecco un

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