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Pagina:Selvatico - Commedie e Poesie Veneziane, Milano, Treves, 1910.pdf/290

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tano; la bimba non sa vincere le lagrime, le gitta le braccia al collo, la scongiura di rimanere... Marcello è sopraggiunto e dal fondo, non veduto, vede ed ascolta. — Emma, dunque, conosceva la cara creaturina, Emma l’amava, la circondava di carezze, quand’egli, ignaro dell’esistenza di lei, veniva torturando spietatamente la povera madre! - — Una gran luce di bontà si fa nell’anima sua. Stringere in un solo affetto Emma, Adele e la bimba, la vita e la morte, ciò che fu e ciò che sarà, ecco la soluzione.

Entra il domestico della scolara d’Enrico, la vedova doviziosa ch’egli sposerà fra breve 1. Viene a prendere l’involto dimenticato. Dal gesto rapido, dall’espressione quasi di ripugnanza con cui Emma, a malgrado delle proteste della fanciulla, restituisce la bambola, Marcello afferra finalmente il resto della verità. Cala la tela, mentre Emma e Marcello abbracciano insieme la piccina, promettendole di risarcirla del sacrificio col dono di un’altra bambola, più grande, più bella, che sappia chiamare mamma e papà! 2.

A. F.

  1. Cfr. Atto I, scene XI, XV.
  2. Cfr. Atto I, scena XII.
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