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Pagina:Saggio del dialetto vicentino.djvu/26

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Imbolsamare. È lo spalmare che fanno le tessitrici sulla loro trama. Gabriele Rosa ne' suoi Documenti storici spiega alla voce Biosma: Crusca con cui si mantiene scorrevole la navicella nell'ordito della tela.

Impaverare. Termine del lanificio, e significa: cucire una bulla di sorgo nell'orlo dei panni che hanno ad essere coloriti, od altro, ma non ancora stirati.

Impento per Dipinto usasi ancora dal grosso volgo, ed anche il gentile cittadino dice la cà impenta quella casa fuori di Porta-Padovana, che fu dai Veneti fiscata al ribelle Leonardo Trissino, e data al Conte di Pittigliano, oggi Balbi. Il Testamento Proto dice che gli scudi sieno impenti all'arma mea.

Inazamò. Già mò. Pur adesso.

Infatire. Dicesi di cosa apparentemente sana, ma che pel tempo o l'umidità è marcita. Questa voce ha molta analogía col suono e col senso del verbo fatisco.

Intacco. Parola dei tagliapietra di Costozza, usata per esprimere quella specie di lavoro che fanno essi nel macigno quando vogliono spiccarne un masso grande regolare, per farne statua o colonna, ec. Non è lavorare d'intacco il picchiare nel sasso per farne scheggie.

Isola. Voce che usasi a Sant'Orso per esprimere quella specie di slitta con cui si trascina giù dai monti il fieno. — Isola insetto, ossia Luciola.

L

Lagrimaro. Luogo paludoso presso Novoledo, ove i cacciatori vanno oggidì in traccia di uccelli aquatici. È poco tempo passato da che questa situazione ha preso nome e carattere, cioè da quando fu invasa dalle straripazioni del Timonchio.

Laguja. Aquila. Voce antiquata. Trovasi nel Testamento Proto. Lagujaro è nome di paese che sussiste, e che in Latino dicesi Aquilarium.

Lasta. Lastra di pietra. Trovasi nel Testamento Proto. Molti luoghi montuosi hanno questo nome.

Lelia. Nome della fonte principale di Recoaro, così detta da un Lelio Pio vene che la scoperse.

Levro. Coperto. Dicesi in significato cattivo. Levro di pidocchi, di rogna, ec., probabilmente è una reliquia del senso che faceva il vedere uno coperto di lepra.

Liana. Quel listello di pietra che copre le mura. I Padovani la dicono Tolina.

Ligoro. Lucertolone, Ramarro.

Live. Là. Voce rustica. Antitesi di Chive.

Lola. Ciarpa, Frasca. Applicata a terreno è epiteto di sterilità. Ha derivati Lolo, Lolara, ec.

Luzzo. Tutte le tradizioni ci riferiscono che questa voce, dinotante un'importante località archeologica in Vicenza, proviene da Lucus, bosco. Questo bosco separava, al luogo ove dicesi Luzzo, Vicenza da Berga, ossia era, come usavasi, in mezzo a questa città formata da quelle due edificazioni, il Lucus in urbe fuit medius tutissimus umbra. — Il vezzo dei Vicentini di voltare il c in z produsse questa trasformazione di pronunzia, la quale non è priva d'esempi in altre parti d'Italia. In un Diploma di Carlo Magno si legge: Gajum nostrum, quod in Lucciaria conjacet. — Lucciaria era luogo così detto perchè in mezzo ai boschi, ed oggi dicesi Luzzara. (Vedi Frizzi, Storia di Ferrara, pag. 28.) — Luzzo, pesce, trovasi in Boerio, ma non il proverbio che indica il tempo in cui è buono a mangiarsi. Luzzo in pelizza, tenche in camisa; cioè quello in inverno, queste in estate.

M

Maestà. Termine dei falegnami. La cornice di una porta.

Malgaragno. Melo granato.

Maon. L'appoggio della scranna.

Marcado. Voce antiquata per Contratto. (Vedi Magrini, Storia della Cat-

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