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Pagina:Saggio del dialetto vicentino.djvu/25

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gli Atti della Società Pontoniana, stampati nel 1819, si vede in una Iscrizione dell'anno 494. Il Testamento Proto l'adopera, anno 1412; e nelle Poesie rustiche del secolo scorso ella è pure posta in bocca ai contadini.

Gnaro. Nido.

Gonti. Uno dei più strani verbali di avere. Vale ho io. Usasi in composizione di frase interrogativa: Lo gonti mi? Cosa gonti fatto? (Vedi Onti).

Gora. Sorta di seta di cattiva qualità.

Granga. Legna di granga si dice quella che si raccoglie dai viticci dopo la potatura. Forse ha qualche parentela col grange dei Francesi.

Grise e lore. È una espressione che significa male faccende. L'origine sua mi è assai oscura. El ghe n'à fatto e ditto de grise e lore vale aver fatto e detto le strane e perfide cose. Osservo che se griser in Francese vale ubbriacarsi, e lora in Veneziano dicesi alla pevereerrata corrige originale. Ambe queste voci dunque appartengono al vino, e forse unite significano azioni da ubbriaco. L'espressione manca nel Boerio.

Grolo. Dicesi ad uomo o bestia lunga, secca, vecchia, malconcia. Si applica al suolo in molti luoghi, sempre di aspetto infecondo. Ha molti derivati: Grolon, Grolario, ec. L'ha il Boerio soltanto in feminino, e non l'applica a cose inanimate.

Grondolaressa. Grondaja. I Veneti dicono gronda.

Groto. L'ha il Boerio come un sinonimo di Pellicano, e più non si spiega. Sembra che questa significhi spennacchiato. La favola dice che il pellicano si nudava il petto per nutrire i figli. I nostri pollaj hanno una varietà del gallo che porta poche penne, e le poche cincinnate. Questo dicesi Grotto, e trae il nome dalla razza.

Groppa. Danno i tagliapietra di Costozza questo nome ad un nucleo che trovano alle volte nel macigno quando lo spiccano dal monte. Rotta questa groppa, si spande un fetido odore per la caverna. Si dice che sia una conchiglia impietritasi.

Grumo. Oltre al significato di mucchio e cumulo, accennato dal Boerio, ha nel Vicentino quello di una data misura di legne accatastate, minore della pertica. Trovasi fra noi e altrove; p. e. a Bologna, ove l'accennò il Toselli per nome di paese, e così il suo derivato Grumello. Molti Vocabolaristi sospesero i loro pensieri sopra questa voce, e G. Rosa (Documenti storici, pag. 52) la dice voce di origine sconosciuta ed antica. E ben disse, imperciocchè si trovò in senso di località scolpita fra le Iscrizioni della Via Appia, che sterraronsi nel 1852. (Vedi Annali dell'Istituto Archeologico, p. 311.)

Guarnello. Gonnella. Voce contadinesca, ma usitatissima. Andar a guarnello è quando lo sposo non conduce la moglie a casa sua, ma va con essa.

Guasto. Voce che le donnicciuole hanno spesso sul labro senza sapere l'orribile cosa che con essa esprimono. El cria come un guasto dicono dei loro fanciulli, se un nonnulla piangono. Guasto presso i nostri antenati valeva guastato dalle torture, e con l'ajuto delle suddette ciarliere la tradizione ci ha conservata la memoria delle angoscie de' rei. Guasto dicesi anche un luogo ove la casa di un condannato fu agguagliata al suolo.

I

Illuminare. È parola de' calderaj, e significa gettar nel fuoco i caldieri rovesci per farli lucidi.

Imbriare. Manca questo verbo al Boerio. Oggi vale imbrigliare. Certo in antico valeva porre in ischiavitù. — Anno 1263 statuimus, quod teneantur sacramento facere fieri solutionem pro Communi Vincentiae illis personis, qui fuere capti et imbriati per illos de Valdagno et Malado tempore guerrae Valdagni et Maladi. (Vedi Macca, Tom. XIII. p. 78.)

Imbolognà. Defraudato. Nella Provincia Bresciana bolognà vale bastonato (vedi Merchiori).

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