i nuovi che mi accadeva di udire. Ma fu soltanto tre anni fa che io fermai l'animo a ripubblicare la mia Raccolta in modo che fosse meno incompleta e più corrispondente al suo titolo. Perciò io mi rivolsi a quante più persone potei perchè mi aiutassero all'uopo, e specialmente in quelle provincie che avevo lasciate fuori quando compilavo la prima edizione.
Ecco gli onorevoli nomi di coloro, che, accogliendo di buon grado la mia preghiera, più contribuirono ad arricchire questo volume. Il Dott. Attilio Riva di Verona, mi diede nuovi proverbi di quella provincia1. Il medico Dottor Pietro Pagello di Belluno, i bellunesi e i cadorini. — Di questi ultimi alcuni ebbi dal Signor Carlo Gei di Venas. — Don Francesco Tommasi, già professore nel Seminario di Ceneda, ed ora arciprete di S. Polo di Piave, man mano che ricevea da me le bozze di stampa, vi aggiungeva i feltrini, che avea già raccolti a Lentiai, e parecchi dell'alto Trevisano, con avvertenze sul significato e sulla applicazione pratica di essi. — Il Dott. Professor Francesco nob. Bocchi di Adria, quelli del Polesine. — Il sig. Girolamo Paoletti, me ne raccolse in Miane molti dell'Alto Trevisano. — Dal sig. Domenico Giuseppe Bernoni n'ebbi una settantina di veneziani. — Don Andrea Capparozzo, bibliotecario della Bertoliana di Vicenza, me ne mandò alcuni di colà, dandomi anche agio di consultare il dizionario inedito del Dott. Andrea Alverà. — Il sig. Pacifico Scomazzetto, farmacista di Asolo ed archeologo menzionato con lode dal Mommsen, me ne spedì parecchi di quel luogo. — Il sig. Augusto Pajetta di Vittorio, accrebbe il numero dei bellunesi e trevisani. — I proverbi del Trentino mi erano
- ↑ Povero Attilio! morto, a 24 anni, la notte del 18 maggio 1877, affogato nella Laguna per improvviso malore. Nessuna morte di giovane vidi mai pianta così da tutti, come la sua. Era una perla di bontà e di ingegno. Studiosissimo, aveva peregrine attitudini letterarie. A chi gli chiedeva perchè non pubblicasse, anche lui, qualche scritto, rispondeva sorridendo: prima di volare, bisogna fare le ali.