(126) Il dottor Giuseppe Menegazzi fu amico dell'autore; quì si allude al suo ditirambo il Bacco in mare.
(127) S'intende la riviera del fiume Brenta, che offre un amenissimo tragitto da Padova alla laguna veneta, e villeggiature deliziosissime.
(128) Comune lungo il fiume Brenta, dove esiste la deliziosa villa reale.
(129) El pra de la vale. Vastissima piazza in Padova, luogo fangoso un tempo ed impraticabile, disegnato poi e ridotto magnifico ed ameno.
(130) Ad Andrea Memmo, patrizio veneto, devesi la idea prima dell'attuale costruzione del Prato della Valle.
(131) Le molte aggiunte e varianti fatte alle poesie del Gritti furono tolte da un manoscritto che possede il sig. Pietro Oliva dal Turco, di Aviano, che venne da lui arricchito di giudiziosissime annotazioni, cortesemente favorito agli editori della presente Raccolta.
(132) Nelle anteriori edizioni questi due versi erano malamente compendiati nel solo errato:
Ti per altro ti è più zovene de mi.
(133) Usava il Gritti scrivere le parole francesi come si pronunziano.
(134) In alcun mss. questo apologo ha il titolo seguente: El senator barnaboto; ed in altro Biasioto e Balan.
(135 pag. 210) Si sottintende, coltello.
(135 pag. 277) Valente incisore in argento.
(136) L'abate Vezzi fu fabbricatore in Venezia di superbe porcellane.
(137) L'autore intende per case grandi i teatri.
(138) L'autore contempla la disorganizzazione fisica del corpo animale.
(139) La Boleca era famosa fabbricatrice di frittelle, fritole, in Venezia.
(140) La pevarada è sinonimo di sbirraglia.
(141 pag. 297) Uomo di condizione inferiore all'ordine patrizio.
(141 pag. 332) Antichissima osteria vicina alla piazza di san Marco.
(142) Delai fu celebre suonatore di oboe.
(143) Era notissimo caffettiere in piazza di san Marco.
(144) Famosissimo caffè in piazza di san Marco.
(145) Caffè in calle larga a san Marco.
(146) Altro caffè in calle larga.
(147) Erano ridotti di conversazione.
(148) Furono notissimi caffettieri in Treviso; la bottega del secondo sussiste ancora.
(150) Il fenomeno di ottica, detto Fata Morgana, o meglio miragio, che fu visibile nel 20 settembre 1835 agli abitanti dei colli di Mendip presso Bristol in Inghilterra, venne letto in Feltre sulla gazzetta di Venezia nel tempo in cui era quella città onorata dalla presenza della principessa di Galitzin, nata principessa di Souwaroff. Invitato l'autore a scrivere nel dialetto veneziano dettò questi versi, che furono alla principessa presentati.
(151) Le gazzette di Germania annunziarono che nel 20 settembre 1835, furonvi nelle stesse pianure di Kalisch continue manovre di cavalleria, cioè nel giorno stesso del miragio veduto a Mendip.
(152) Le truppe di Napoleone Buonaparte, quando si avvicinarono all'Egitto, avendo veduto un esercito di fronte lo credettero di nemici, ed era invece l'ottica illusione del miragio, che le raddoppiava.
(153) Appariscenze indicate dal p. Kircher, dal Moreri, e da madama di Genlis.
(154) A tutti è nota la famosa Noce di Benevento, pretesa sede degli stregoni e delle magie.
(155) Antonio Lamberti, e Francesco Gritti, il primo nato a Mel, comune del distretto di Feltre, l'altro patrizio veneto.
(156) Gritti stesso confessava, che le sue grazie vernacole erano modellate sulle poesie brillanti di Florian, autore francese.
(157) Il poeta colse amarissimo frutto da questa composizione, che fu letta alla tavola del Prefetto. Seras, governatore di Venezia, lo fece arrestare, e condur prigione.
(158) L'albero della libertà piantato sulla piazza di san Marco all'epoca della invasione delle provincie italiane fatta dai francesi.
(159) La mendicità fu bandita sotto il governo italico, ed i poveri chiedenti elemosina per le vie vennero raccolti in un luogo apposito sussistente anche oggidì sotto la denominazione di Casa di Ricovero.
(160) In compenso delle imposte forzose durante il blocco di Venezia si davano in ipoteca ai contribuenti partite di argento vivo.