Salta al contegnùo

Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/51

Da Wikisource
Sta pagina la xe stà trascrita, ma la gà ancora da vegner rileta.
NOTA PRELIMINARE
Lamento del Conte Tomboletta.

Qui il Poeta assume di trattare nel maggiore dettaglio la Storia Comica degli amori del Conte Gerardini di Lendenara con Marietta, storia che risulta già chiara abbastanza per dispensarsi dal premettere certe dilucidazioni sul proposito. Dietro la prima voce che il Conte, partito da Venezia durante l'ultimo blocco era stato preso dagli inglesi il Poeta per dar maggior risalto al quadro, finge che sia stato lasciato alla ventura sopra una spiaggia deserta, e solo in questa parte si permette di alterare la storia delle sue romanzesche disavventure. Come poi si avverrò tutto il contrario, cioè che la generosità inglese, dopo aver lasciata la Barca in libertà fornì il Padrone del Pielego di una commendatizia per il commandante ammiraglio di Trieste, e che il Conte fu scortato fino a Padova, così il Poeta per correggere l'arbitrio finge il miracolo della Balena che lo salva dalla morte come un nuovo Giona, e dopo averlo tenuto in pancia per tre giorni lo vomita in queste vicinanze.

Il Conte nel momento che si trova spogliato dagli Inglesi nel suo passaggio da Venezia a Trieste, e abbandonato sopra una spiaggia deserta, così prorompe vaneggiando con la sua Marietta, che spesso lo piantava solo in letto nel crudo inverno per dialogare furtivamente alla finestra con un certo Grazioli suo amante secreto.


Cossa rompistu i cogioni?
     Vostu vederme crepà?
     Sera porca quei balconi
     Che son tuto indolentià.
Co sta note, co sto vento
     (Xestu gnanca una Putana?)
     Ti me aversi a tradimento
     El balcon de tramontana.

Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Poesie_e_satire_di_Pietro_Buratti_veneziano.pdf/51&oldid=58441"