Pagina:Poesie e satire di Pietro Buratti veneziano.pdf/212

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rovinato questo povero giovine che avrebbe potuto figurare bene in società se non fosse veramente leso il cervello.

19. Con pochissima conoscenza d'Inglese non mancava mai alle sedute dei parlamenti.

20. Frase favorita dal Piazza. Le sue prime relazioni coi Signori inglesi, coi ministri e cogli ambasciatori erano per lui un'argomento inesauribile, e chiudeva d'ordinario la lunga tirata esclamando nel tuono della maggiore compiacenza: In somma io posso dire d'essere bene in Europa.

21. I suoi moti convulsi si credevano allora caricature, e finzioni; ma pur troppo v'è luogo a temere che i sintomi si fossero della malattia che lo tenne per due mesi furente legato in letto mani e piedi. Io non ho che a rimproverarmi l'indiscreta curiosità d'averlo voluto vedere in quella situazione infelice. Nelle case dei pazzarelli, che visito ogni anno per il barbaro di rattristarmi, non sò d'aver osservato spettacolo più degno di compassione. Il poverino mi riconobbe, e come usava con tutti, sputò in faccia al Satirico, prudente abbastanza per tenersi lontano molti passi.

22. Figura poetica onde abbellire per il quadro d'una circostanza poco fatta per la rima.

23. Ho cercato così di sviluppare di volo gli altri suoi pensamenti politici, attribuendo a questi la causa delle sue convulsioni.

24. Con una disinvoltura senza esempio ha voluto una copia della Satira che leggeva a tutti come fedelissima copia di un tanto originale.

25. L'errore di chiamarlo nato da semenza pantalona mentre coi documenti alla mano delle fedi battesimali era provatissimo il contrario cioè che derivava da pura semenza Schiavona.

26. Piazza ereditò somma vistosa di danaro da un suo zio materno e col favore di questa potè intraprendere i molti suoi viaggi indipendentemente dalla fortuna del padre.

27. Nome di un francese voluto per testimonio.

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