Pagina:Poesie di Francesco Gritti in dialetto veneziano.djvu/30

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alla religione; nè fu vana millanteria, o bassa menzogna qualora trasmettendo ad Erminia Tindaride il suo ritratto, ebbe a dire:

               Circa Roma e i dogmi suoi
               Li rispetto, non li tocco;
               Non è il Saggio che uno sciocco
               Se ragiona con la fè.

Ben diverso da certi scrittori de' nostri giorni, cui piacque vestirsi colle penne dei Dupuy per rinvenire nella mitologia dell'Egitto, dell'Asia, della Grecia, del Lazio, gli emblemi de' più venerandi misteri della religione cristiana, ei non vide che un augusto edifizio rispettato dai secoli, e riverito dal voto concorde di tanti popoli e di tante generazioni. Checchè sia di questa foggia di letterati, noi proviamo la compiacenza di pubblicare, la mercè dei manoscritti affidatici, quanto egli stesso credette non immeritevole dell'accoglienza de' suoi cittadini. Se v'ha di che riprenderlo, se ne accagioni la morte, che gl'impedì di far meglio, o di lacerare il già fatto; lo che, avuto riguardo al suo carattere, ci sembra probabilissimo.

Dagli autografi testè mentovati ci venne pur di raccogliere, ch'ei nulla avrebbe fatto

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