Pagina:Poesie di Francesco Gritti in dialetto veneziano.djvu/17

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come l'italico idioma, mirabilmente attemprandosi ad ogni maniera di colorito, sopra l'altre lingue rivali altamente si estolla. Ma presto venne meno al suo divisamento, e quasi direi suo malgrado fece le parti d'autore nell'atto stesso che volea far palesi le dovizie degli scrittori cui prendeva a tradurre. Tolte poche tragedie francesi,1 nelle quali si mantenne fedele, quanto lo è chi pesa e non numera le parole e le frasi, mai gli avvenne di accingersi a dare italiche vesti alle opere dettate lungo la Senna, che il suo lavoro non prendesse le sembianze di un'opera di nuovo conio. Il Tempio di Gnido,2 parto di Montesquieu, nato per librare le leggi ma non per sagrificare alle Grazie, appena il suo prisco autore ricorda; tanto ei ci sembra infiorato e abbellito dalla venustà de' pensieri e dal prestigio della dizione dell'ottimo traduttore. Intitolò il suo lavoro versione libera; e ben a dritto ove si rammenti, che ad una prosa alquanto studiata e leziosa3 prestò le veneri della spontanea

  1. Versioni delle migliori tragedie Francesi. Venezia 1788 Vol. 2 in 8.vo.
  2. Il Tempio di Gnido Canti VIII, e di Cefisa Canto unico. Londra 1795 in 16.mo.
  3. Je compte pour peu de chose le Temple de Gnide, bagatelle ingénieuse et délicate, mais d'autant plus froide qu'elle est plus travaillée, et qu'elle annonce la prétention d'être poete en prose, sans avoir rien du feu de la poesie. L'esprit y est prodigué, la grace étudiée ec. La Harpe, Licée Vol. 15.
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