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Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/8

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Spesso può il Maestro valersi del racconto vernacolo, letto e spiegato, per offrire allo scolaro un tema di componimento in lingua.

Questi gli esercizii di versione e di retroversione che sono praticissimi per lo studio d’ogni lingua. Per questo appunto dicono i programmi: Sulla prosa o poesia dialettale si faccia prima la costruzione, poi la versione ed insieme le osservazioni di lingua e di grammatica. Si diano quindi le nozioni generali del dialetto che si parla, si mostrino le affinità, le irregolarità in rapporto continuo con la lingua nazionale; si noti infine tutto ciò che è idiotismo e ciò che è solecismo nella espressione propria ed esatta del pensiero. Tutto ciò per confronti ed esempi facili, piani e continuati; istruire sempre dilettando.

E concludiamo.

Il presente libro vuol essere come un MANUALE, che ha da interessare (speriamo) e piccini delle Scuole e grandi fuori della Scuola. Per questo gioverà tenere innanzi il Dizionario delle voci e frasi riscontrate nei cosidetti «brani» da noi scelti, e qui distribuiti, di poesie e di prose d’autori anche di luoghi diversi della provincia.

Tali autori sono in genere nomi noti; gli ignoti (da varie fonti) sono i creatori delle fiabe, dei proverbi, delle storielle allegre di popolo, dei motti che sono qui e qua più in uso.

Nemmeno si creda che gli esempi offerti rimangano ristretti alle sole mura di Verona; il che sarebbe troppo poco; ma comprendono ogni luogo o paese della nostra Provincia, che è una delle più estese d’Italia e forse pel linguaggio una delle più importanti come terra di confine. Così devono interessare le Scuole tutte dall’un capo all’altro, dai Monti Lessini alle plaghe del basso veronese; perchè ben si sa che il materiale che gli studiosi chiamano folkloristico è più abbondante largo e copioso fuori che non dentro la breve cerchia delle mura cittadine.

Abbiam creduto per ciò aggiungere alle poesie e prose, più significanti o preferite, quanto su lo stesso argomento trovasi in altri scrittori proprii di lingua italiana. Il paragone (fatto saggiamente dal Maestro) può giovare assai, anche oltre il semplice raffronto fra la lingua ed il locale dialetto.

Le indicazioni, a pié di pagina, le noterelle storiche, letterarie, linguistiche ecc. ai brani o pagine scelte sono state limitate al puro necessario: si intende per lasciare campo al docente di fare quella che è la più interessante lezione orale. Di siffatte lezioni ogni pagina, ogni racconto o fiaba o novelletta offre opportuna occasione.

Che il libro dica tutto è pretesa che nessuno ha (specie nella misura d'un lavoro succinto per la Scuola); che però sia guida od ajuto a dir tutto, questo è sempre desiderabile a vantaggio di tutta la scolaresca.

Auguriamo quindi (se è lecito finire con un augurio) che il presente Manualetto possa trovare il consenso di quanti nella Scuola vivono e per la Scuola cercano sempre «con intelletto d’amore» la migliore e più proficua via.

D.r VITTORIO FONTANA

Verona, aprile 1924.
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