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Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/78

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     rissi al vento, oci grandi, péto in fora,
     le sarà le modele de Dal’Oca
     fresche, superbe, da morirghe sora!


E così, soto el sol de 'sta Verona,
     drento ne l’aria fina e maturlana
     ch’el Montebaldo rustego ne dona
     i mostri passa come un’onda sana

     de zoventù simpatica e ciassona;
     un’onda fresca e viva de fontana
     che in facia de la zente brontolona
     spiansa, spiuma, e ridendo se spampàna;

     e ne le strade, ne le nostre piasse
     dove qualche rabioso el tira va
     dandoghe dei remènghi o dei bardasse

     i mostri che te sburta de cariera
     i è la nota de sol, i è l’alegria,
     i è i rondoni che porta primavera....

Fragiocondo




I mòstri: sono gli scapigliati ed arguti monelli veronesi; fratelli degli scugnizzi napoletani o dei muli triestini: il fiore della generazione troppo libera che nasce sulla strada, e che purtroppo, — se non custodita — finisce nella galera. Alla rieducazione dei mòstri dela strada pensa, con provvido senso di gentilezza e pietà il patronato dei Minorenni Corrigendi che nel nome augusto di Cesare Lombroso saprà dare ad essi una Casa di Custodia e di Lavoro, in Verona.

Fragiocondo: poeta che... non ha mai pubblicato volumi di versi: giornalista che vede il mondo attraverso le allegre pagine del Can da la Scala: dottore in legge ma.... senza cattive intenzioni: al secolo Giulio Cesare Zenari.

i sàlti ne l'Arena: l'Anfiteatro romano accoglie, specie nell’estate, circhi equestri che formano la delizia maggiore dei mòstri specie attraverso capriole dei clomws. — sàmbra: ciurma; quì usato nel senso di ondata. — aria de bardassa: la spavalderia ironica dei monelli — musi roti, faccie toste e sbarazzine. — ciapàndose a cassoti: prendendosi a scappellotti — piassaroti: figli della piazza. — star in fraia: gozzovigliare. — co la so smarmaia: con il consueto gruppo sfaccendato di coetanei. — mostra i gòmbi: lasciano vedere gomiti e braccia dagli strappi della camicia. — pòcciarli: risciaquarli in una tinozza d acqua. — co le ale nei calcagni: con le ali ai piedi. — a peade e tironi de cavei: i caratteristici duelli dei mostri sul grèto dell'Adige, a base di calci e di boxe. Sport molto più sano che non le sèste nelle buie sale dei cinematografi davanti alle oscene pellicole passionali, od ai romanzeschi intrecci alla Nik Carter, o Nat Pinkerton. — zùgando a pèga: gioco delle ragazzine che consiste nel far scivolare col piede, equilibrandosi sopra una gamba sola, un sasso od una paglia, entro una scacchiera segnata a carbone sui marciapiedi. — slìnsa via saete: le occhiate assassine che già mandano scintille; annunziatrici dei futuri inciendi.

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