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Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/12

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Veduta de Verona


          — Prima veduta: el panorama grande
               da San Piero (el Castel1 dove, putei,
               una de qua, una de là: do bande!,
               s’à desfàdo la scala de quarei!...)2.

          — E l'è come ’na sventa che se spande;
               a sinistra el Colejo Artisanei,
               qua la Pietà, con drento le ’ducande,
               e la «Ruda»3 da metarghe.... i «gnarèi»!...

          — (Capìdo el zergo?!). La se vèrze fora,
               L'è ’na ventàla4: l'Adese la fassa
               e i so mulini do tre mace sora!

          — E parchè sta ventàla no sia strassa
               el sol slusini el sémena a bonora,
               e va i colombi de la Tor5 de Piassa!....

Bepo Spela6

  1. Castelsanpietro, ora Caserma, sta sul colle ove dicesi un tempo sorgease il Campidoglio: di là si domina l’ampio panorama Veronese, dalla larga striscia dell'Adige, alle colline soprastanti, al piano verdeggiante.
  2. I mattoni, per la lunga scala che sale al Castello.
  3. Con la ruda (ruota) è indicata la Casa dei trovatelli (gnarei), l'attuale brefotrofio o casa di maternità.
  4. Ventaglio, cioè si distende a forma di ventaglio.
  5. La torre detta dei Lamberti, quasi nel centro di Verona, era anticamente «delle campane». Costruita in diversi periodi di tempo, fu ultimata verso il 1437. Si è incerti sulla denominazione «dei Lamberti», famiglia Veronese che avrebbe cominciata la costruzione nel 1172; dal popolo chiamasi col semplice nome di: la Tor de Piassa.
  6. Bepo Spela è il pseudonimo di Giuseppe Barni, un modesto impiegato ferroviario. Il casato di Barni lo indicherebbe d'origine toscana; ma egli è figlio di madre Veronese e qui, con lei, ha sempre vissuto. Non poeta di professione, ma «di natura» tra le occupazioni d’ufficio trova tempo di studiare e di cantare la «sua Verona». È nato nel 1891 e cominciò a scrivere verso il 1910.
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