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Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/119

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verbo non sia usato come ausiliare; così, dicemmo, va unito alla forma pronominale ne, quando è usato in funzione di genitivo (compl. di specificazione). Nell'un caso e nell’altro il ghe dunque è pleonastico, e perciò non va tradotto in italiano: Averghe fame e sè: aver fame e sete. — No ghe ne voi: non ne voglio.

Dovremmo in fine notare che la forma del plurale di seconda persona vu corrisponde al «voi» italiano (usatissimo fra il popolo) quando si parla ad una sola persona alla maniera francese e inglese. Es.: Parlo con vu, galantomo: parlo con voi, galantuomo.

Per i non Veronesi è da segnare la forma particolarissima del verbo: Sonti; ad esempio: Sonti forsi mato?: Son forse matto?, e poscia l’altra: Sonti mi?: Lo so io? Nell’un caso deriva dal verbo «essere»― nell’altro dal verbo «sapere» 1.


Alcuni esempi per l’analisi grammaticale del pronomi


Dialetto Italiano
1) El dise sempre busìe, e gnissun ghe crede. (El sogg.; ghe compl. di termine). 1) Egli dice sempre bugie, e nessuno gli crede.
2) Me par che i g’abia torto. (Me è uguale: a me, compl. di term.; i soggetto; abia singolare per il plurale). 2) Mi pare che essi abbiano torto.
3) El ne contava tante bele rosàrie (el sogg.; ne a noi compl. di termine). 3) Egli ci raccontava tante belle fole (narrazioni in genere di caratt. popolare).
4) Se ’l me ciapa, l’è brao (’l sogg.; me compl. ogg.; l’è ha un valore pleonastico ed in ital. si omette). 4) Se egli mi piglia, (egli) è bravo!
5) El ne fasea laorar come cani (El = egli, sogg.; ne compl. ogg.). 5) Egli ci faceva lavorare come cani.
6) El giudice el i à ciamadi, e lori i à squaià tuto (El = sogg. el ripet. con valore rinforzativo, i compl. ogg. quelli, lori pron. essi, i soggetto ripetuto). 6) Il giudice li ha chiamati, ed essi hanno spiattellato (rivelato, spiegato) tutto.

Bádisi che il dialetto, grammaticalmente, non tralascia mai il prenome davanti al verbo. Talora anzi il pronome trovasi ripetuto, ad esempio in questa forma:

  1. Uno studio da consultarsi per certi vocaboli e certe regole grammaticali è quello di L. Gaiter, Il dialetto di Verona nel secolo di Dante, pubbl. in Propugnatore, a. VI. parte 1°, 1883.
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