Dormi, dormi putina! 1 — La luna
la te inargenta i feri de la cuna;
i angeléti destende le ale
per salvarte el nasin da le sginsále 2.
Se le sginsále le te beca tuta,
ti te deventi bruta, bruta, bruta;
se te deventi bruta, che mai più,
el to puóto 3 te farà: bu, bu!
Berto Barbarani 4
Adéso ch’è vegnù la primavera
Le passare le torna su ’l figar;
Sì ben che semo indrio, che, se l’è vera,
I buti i taca risego 5 a sbociár.
Cara Nina, passando l'altra sera
Dal pontesél, co ’l lume, ho sentì far
Tuto de colpo frun, frun, frun; là ’n çima
’Na passara a masón 6: forsi la prima!
Conte Francesco Cipolla
(n. 1848 m. 1914)
Il maestro può dalle due strofe trarre esercizio di costruzione, di analisi logica e grammaticale; come ne può trarre argomento di un componimentino scolastico. Dia pure qualche notizia dello scrittore concittadino conte Francesco Cipolla, che fu scienziato, ornitologo, dantista fra i più studiosi, modestamente vivendo ed onorando con le opere la città nativa; egli è fratello dell'illustre storico Carlo Cipolla.
- ↑ bambina: maschile putèl; la parola è latina: puer, puella; ― così putin: bambino. È curiosa la locuzione «voltar el putin ne la cuna» per dire: scambiar le carte in mano o scambiar le carte in tavola.
- ↑ zanzare, termine più comune veneto «musáti», ed in veronese anche meglio «sdinsále».
- ↑ il fantoccio, o la bambola.
- ↑ Chi sia Berto Barbarani non fa d'uopo dire, tanto è noto il suo nome qui in Verona e fuori di Verona per tutta Italia; molti, ne han parlato e ne parlano; uno degli scritti più recenti è quello di Filippo Sacchi sul Corriere della sera, col titolo; «Città in rima», ossia: Verona cantata in rima, a proposito dei volumi diversi pubblicati appunto dal nostro, detto per antonomasia, Berto.
- ↑ appena appena.
- ↑ masòn, tolto dal francese; qui nel Veronese, comune è: «le galine le va a masòn», ― vanno a casa, nel pollaio, nella stia; «le pássare le va a masón», cioè tornano al loro nido.