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Pagina:El marìo cortesan.djvu/49

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Ott. Vorrei che non avesse visto il biglietto almeno,
           Che Lucietta mi tolse.
Ton. No ghel so dir da seno.
Ott. Se mi mette alle strette, giacchè devo supporlo,
           Come si fa a schermirsi?
Ton. Se zira come un corlo.
Ott. Saperlo far, sorella. Non vaglio in ciò una rapa.
Ton. Oh! nol dubita niente, ghe farò mi la papa.
Ott. Così andrebbe benissimo, se voi mi steste appresso.
Ton. Bisogna po lassarse metter a rosto, e a lesso.
Ott. Sì, come più vi piace; ma col vostro cervello
          Salvar la capra, e i cavoli.
Ton. Cioè, tria molinello.
Ott. Non disgustar Madama.
Ton. Caspita no se salla!
Ott. Che almen non se n'avveda.
Ton. L'è orba la cavalla.
Ott. Non burlar il padrone.
Ton. Faria dei bei vadagni.
Ott. Lucietta molto meno.
Ton. Sentarse su do scagni.
Ott. In somma io non so nulla senza del vostro ajuto.
Ton. Quando lu se remette, me basta: ho capì tuto.
          Sarò là in quella camera col parla col patron;
          Sentirò quel, che'l dise, quel ch'el risponde a ton.
          Col se trova intrigà, nol se staga a confonder;
          El raschia, o el suppia el naso, che correrò a responder.
          Se po de quel che digo nol fusse persuaso,
          El raschia, el suppia el naso, che corro drento, e taso. p.
Ott. Buon ripiego, buonissimo! Oh quanto pagherei
          D'esser io scaltro, e franco come mi par colei.

SCENA VII
Zanetto, Lucietta, Bettina, e detto.

Zan. M'avè inteso, Bettina. Vostro marì vel tase,
          Ma per ben se fa tutto: metteve el cor in pase.
          In tanto tutte do se la volè far bella, 1
          Ghe Tonina là in camera, andè a parlar con ella.
Luc. Caspita corro subito... e vu tendè a quel Sior. parte.

  1. In questo mentre Ottavio stando in un cantone va facendo delle riverenze.
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