Pagina:Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano 2.djvu/81

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                    Del cuor nel fondo.
               Ma se missià a le lagreme
                    105Più lune è stà el mio pan
                    Scorendo 'l monte e 'l pian,
                    Senza conforto,
               No dubitar, che st'anima
                    Sempre te onorerà
                    110Finchè la troverà,
                    Fra l'ombre el porto.
Mesto cussì el diseva, e intanto l'ombre,
     Che cascava dai monti, a le capane
     Invidava i pastori. Una profonda
     115Malinconia dopo sto amaro sfogo
     Investiva Leandro, e su quel'erba,
     Desmentegà de lu muto el restava.
     Quando unito a la note un fiero nembo
     S'alza dal mar, e sordo el ton se ascolta
     120Da lontan mormorar; nuvoli a nuvoli
     Za se ingropa nel ciel, se vede el lampo,
     El ton più forte a strepitar se sente;
     Cambia el vento, s'incalza, e un velo orendo
     Se destende sul pian; la piova e 'l turbine
     125E la tempesta, e i replicati fulmini
     Le campagne flagela. El nostro amante,
     Scosso a la fin da oror, una capana
     Tenta trovar, ma inutilmente; e un sasso,
     Che da l'acque scavà lassava un vodo,
     130Xe l'asilo che 'l trova. Minorando

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