Pagina:Coletti - Poesie postume in vernacolo veneziano, Venezia, Gattinoni, 1889.pdf/84

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(5)       Fridolino! Fridolino!..
               Lo spergiuro m'ha impiantata.
          Da quel zorno che l'amai
               Quanto mai l'amar mi costa!
               Co la zonta de l'imposta
               La me mangia il capital.
          Ah! quel cane di suo padre
               Non mi vuole per sua niora!...
               Ed io vivo? ah! no, si muora
               Sono stufa di soffrir.


(6)       Tutto chiuso intabarato
               Un incognito si avanza
               Marinella tra speranza
               E timore tramorti.


(7)       La svenuta sospirando
               Con lo sguardo lo rampogna
               E con l'acqua di Cologna
               Amoroso la sbruffò.
          In quell'estasi d'amore
               Dense nubi il ciel aduna,
               Chiuso è il raggio de la Luna
               Nè più stella in ciel appar.


(8)       Era il padre che cercava
               Del fuggiasco suo figliuolo.
               Stracco stracco, molo molo
               Sostenuto dal brachier.


(9)       Ad un vecchio temperino
               Forsennato dà di piglio
               E alla gola preso il figlio
               Come un pollo lo scannò.