Pignoleto de to nona. Ciò allude ad una costumanza. Le vecchie nonne veneziane di povera condizione, alloraquando si recavano a visitare la famiglia de' loro figliuoli, per non affacciarsi a' nipotini che correano loro incontro, colle mani vuote, in luogo di dolci e confetti che valessero troppi denari, accostumavano di regalar loro de' pinocchi; ond'è che la madre per vezzo dà al bambino il nome stesso di quel frutto, quasi accarezzando e precorrendo col pensiero quel momento, che divenuto esso grandicello, l'ava sua carreggiandolo sulle ginocchia lo farà contento d'un simil dono.
De to nono bel pometo sguardo. Sguardo nel dialetto ha significato di vermiglio, di rubicondo. Il pomo poi è tra' frutti un de' più cari. Ed ecco perchè il paragone s'è affacciato alla mente della nostra interlocutrice, stringendo col mezzo di due semplici e pure idee una catena di affetti santissimi, e di pensieri dilicati e cari.
E qui ha termine, per così esprimerci, la prima parte della canzone. Ora sottentrano idee più generose, voti diversi.
Del to caro papà speranza bona. Invocazione questa che ha sembiante d'una profezia; mentr'esso, in fanciullo, adempirà i voti del suo genitore che apparentemente indura sotto l'armi a prò della patria; crescerà somigliando a lui, e battendone l'orme nella onorata carriera.
Legasi però col verso testè riferito quest'altro. Mio zensamin, e po zegio gagiardo.. «E tu, (intende dire la madre)