te per vasto braccio di mare, soli in mezzo all'eterno prodigio della loro gloria, e dei loro monumenti, come non disfogare coi versi e col canto la piena dell'ammirazione e dell'entusiasmo ond'erano continuamente compresi? Che altro poteva fare il guerriero, reduce dai rischi e dalle fatiche delle lunghe ed aspre battaglie, nei brevi ozii della pace, fuorchè al cheto lume di luna, sdrajato nella negra e pensosa gondola, spaziar sul lascivo bacino dell'acque, allato alla donna del suo cuore, amando e cantando? Che può far mai di meglio il povero pescatore, il quale consuma le notti a bordo della sua navicella, fuorchè ingannar l'ore e la noja col canto?
Ora questi canti, emanazioni di cuori infiammati di sviscerato amor patrio, gelosi de' loro originali costumi, potevano mai trattar d'altro che di fasti, avventure, luoghi, e gente veneziana? potevano mai essere vuote ed insulse cantilene senza significato nè scopo?
Di simili poesie, che noi chiameremo col popolo canzonette, o villotte a la veneziana, furono già pubblicate altre raccolte; e poichè avevano molte di quelle la corrispondente loro