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Il ladro finto calderaio

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Qualità del testo: sto testo el xe conpleto, ma el gà ancora da vegner rileto.
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XXVII.
Il ladro finto calderaio.
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Introdottosi un ladro in un palazzo di bel mattino, dopo di essersi bene assicurato che nella cucina non v'era persona, vi entrò, e venutagli sott'occhio una bella caldaia, se la gittò sulle spalle. Un piccolo romore che intese da una stanza vicina, lo fece risolvere alla fuga senza cercar nuovo bottino, ma nel discendere la scala eccogli di rincontro il padrone che ritornava. Provetto, com'era, nella sua nobile professione non si smarrì, ma fingendo d'essere il garzone d'un calderaio, con poco buon garbo lo invitò a farsi da parte, se non voleva correr risico di bruttare il vestito; l'altro, com'è ben naturale, in buona fede lo obbedì, dicendogli: passate pure, galantuomo; vi ringrazio della cortesia.

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