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Pagina:Trieste vernacola.djvu/183

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XXII.


MARIA GIANNI

(Vivente).


La prof. Maria Gianni, fra le insegnanti triestine una delle più colte e studiose, ebbe, durante la guerra, a subire le persecuzioni più dure da parte del governo austriaco. Scoperta autrice di una poesia che dileggiava i forzati imbandieramenti dinanzi alle pretese vittorie austriache, fu, nell'agosto del 1915, arrestata, processata e poi rinchiusa in una fortezza a Lubiana. La stessa poesia, rinchiusa in una bottiglia, era stata dalla sua autrice affidata alle onde del mare perchè arrivasse ai fratelli dell'Italia già redenta. Maria Gianni scrisse poi con semplice e schietta sincerità le sue «Memorie di prigionia» che pubblicò in varie riprese nel periodico letterario triestino «L'Alabarda». Ella diede inoltre alla luce un volume di poesie patriottiche, dal titolo: Alto tradimento.

Poco scrisse in dialetto triestino, ma di quel poco ci sembrano degne di esser conosciute la Variante del putel apena nato, scritta nel febbraio 1916 nel castello di Lubiana e Molemo o no molemo? scritta nel luglio del 1918 dopo la vittoria italiana del Piave. Perciò le riportiamo nel presente volume.

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