che nacque in Venezia l'anno 1769, appertenne all'ordine patrizio, e mancò di vita nel 1775. La sua Aringa al Senato sul Decreto dell'abolizione de' Frati dell'anno 1767, scritta in terza rima, è veramente curiosa, contraffacendosi in essa il modo usato nel disputare dagli Avvocati veneziani. Comincia:
Prima d'entrar ne la materia, son
In una indispensabile e precisa
Necessità de domandar perdon,
Se portando anca mi quela difesa
Scolpida in fronte, e impressa nel mio peto,
Che da sta stola no ha da andar devisa,
Ardisso comparir ancuò al cospeto
De questo ecolentissimo Senato
Per tratar d'un gravissimo sogeto,
Che vol su i mii principii e sul mio dato
Ch'abia a Vostre Zelente a domandar
Cossa le întende per Rason de Stato.
Mi no son qua a far pompa, nè a vantar
L'erudizion de quei che ha lassà scriti
I moltissimi modi de pensar
Sul gran ponto del Publici Diriti,
E che i Prencipi ancuò tuti ha impegna
A publicar tanti diversi Editi. ec. ec.
12. Chiari, Pietro, Commedie. Venezia, Bettinelli, 1756-1762 vol. 10 in 8.vo; e Nuova Raccolta di Commedie. Venezia, Pasinelli, 1764, vol. 2. In 8.vo.