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Pagina:Serie degli scritti impressi in dialetto veneziano.djvu/155

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satirico in cui è venuto il Cav. Dotti suo contemporaneo, le cui Satire non vengono da me registrate in articolo separato, scritte essendo in impura lingua italiana, ma che si scosta dal vernacolo veneziano. Furono impresse col titolo: Satire del Cavalier Dotti; in Ginevra, presso i fratelli Cramer, 1757, Parti 2 in 12, con alcune Noterelle a dilucidazione degl'idiotismi, e di altro. „Queste Satire, che correvano per le mani di molti manoscritte, e che s'erano, anni sono, principiate a stampare in Olanda, e poi sospese, si veggono ora (1758) comparire con la data di Ginevra, ma senza che i torchj di Ginevra abbiano sudato per esse”. (Memor. Stor. Lett.; Venezia, Valvasense, 1758, Tom. XII, c. 414.

7. Tati Remita (cioè Tita Merati), Saggi metrici. In Venezia, per il Deregni, 1763-65. In 8.vo.

Trascrivo quanto ho altre volte detto, inserendo alcuni di questi Saggi metrici nel Vol. xii della Collezione de' Poeti in Dialetto veneziano: „L'anagramma di Tati Remita è Tita Merati, e l'autore di questi Sonetti era don Giambatista Merati veneziano, che fiorì poco dopo la metà del secolo scorso, e che visse riputatissimo Abate della Religione de' Monaci Benedettini di S. Giorgio”.

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