Camera rustica in casa di Cate. Porta comune nel mezzo. A sinistra una finestra. A destra due porte che conducono una in cucina, l'altra nella stanza di Bepo.
(Bepo sta radendosi la barba dinanzi ad uno specchio che sarà appeso alla parete. All'alzarsi del sipario, si ode battere).
Bepo. Chi xe?
Piero (dal di dentro). So mi, vèrzime.
Bepo. So qua. (apre).
Piero (entrando). Ciò, cossa fastu?
Bepo. Me desfo la barba, no ti vedi?
Piero. Siben, me desmentegava che xe festa. Ciò, e sastu parcossa che so vegnuo?
Bepo. Caro ti, dime.
Piero. Credeva che ti fussi morto.
Bepo. Ciò no ti podaressi far de manco...
Piero. Oh, bela, gieri sera ti me xe scampa via in quela maniera.
Bepo. Ah, distu de gieri sera? (fra sè) Cate m'à dito che tasa, se no la me bastona; m'inventarò qualcossa.
Piero. Sì, parcossa m'astu fato quel'afronto?