nosamente la distingue, ed io potrò ricordare che le mitologiche divinità, accettando le ricche obblazioni, non isdegnavano il granellino d'incenso, che il divoto adoratore ardeva a piedi dei loro simulacri.
Sono scritti i miei versi in quel dialetto, che taluno come ignobile ingiustamente disegna, mostrando ignorare, che il Viniziano dialetto è il più bello, il più dolce di quanti se n'abbia Italia, e per l'acconcia ornatezza degli atticismi che tutti sono di lui, e per quella più stretta analogia che di ogni altro in preferenza mantiene
