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Pagina:Raccolta poesie veneziane dell'autore dei Capricci poetici nello stesso dialetto 1.djvu/103

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     Ma convinto me son d'aver fallà,
     Perchè gnessun m'ha mai contracambià.
     Aprofittando dell'estivo influsso,
     Che i troppo sfortunai sentimentali,
     Squasi tutti per mal, più che per lusso
     Chiama alle onipotenti acque termali,
     Per salvarme anca mi da nove offese,
     De Piero Mago m'ho buttà al paese 1.
     Patria de Tito Livio, ah come mai
     I zorni ho mi passai!....
     Fra le to spuzze se ghe casco ancora,
     Falo che ti ha rason, cazzime fora.
     Per descriver l'inferno in forma esatta,
     Virgilio ghe scometto,
     Da là la prima idea deve aver tratta;
     Cerbero, e un locandier de quella tera,
     Magna a tre bocche in una egual maniera.
     Precipitoso da quel tristo sito
     Dove malinconia regna per tutto,
     Da nove dogie afflito,
     Forse del mio soggiorno unico frutto,
     Del Sol sfidando l'urto, e l'inclemenza,
     Eccome mezzo morto intrà a Vicenza.
     Un zovenotto mio corrispondente,

  1. Abano paese allegro.