Pagina:Poesie di Francesco Gritti in dialetto veneziano.djvu/19

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riescirono di assai castigati, è però fuor d'ogni dubbio, che il macchinismo, lo sviluppo, gli episodj, rintreccio, assai meglio dell'autore francese, ricordano i canoni dell'epica. Ci giova per altro sperare, che la Pulcella non sia per divenire di pubblico dritto. La morale ha troppo sofferto perchè possa sostenere l'insulto di nuovi attacchi; nè senza far onta alla memoria di lui, si potrebbe estendere a tutti uno scritto, di cui per ischerzo leggea qualche tratto a un picciolo stuolo di colte persone, abbastanza educate a probità per ridere di que' vaneggiamenti poetici senza lesione del loro cuore.

Gli amici instavano perchè lungi di abbellire l'altrui qualche cosa offerisse del proprio; e sopra tutto lo stimolarono perchè calzato il coturno vendicasse l'onore del teatro italiano. Credeano ch'ei ne avesse la maggiore attitudine, ma non così la sentiva egli, ed altri pure sarebbero stati del suo parere, se un po' meglio avessero studiata la tempra di quell'uomo singolarissimo. Dotato di una fantasia ricca e vivace, non avrebbe così di leggieri rispettate le leggi della drammatica; e nato per essere un nuovo Luciano non avrebbe sempre tenuto il linguaggio di Sofocle. Avvengachè v'abbia molta distanza fra il socco e il coturno, pure vi sono dei punti

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