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Pagina:Il dialetto e la lingua - Antologia vernacola.djvu/17

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Un bócolo de rosa
(par la nascita de na putina)


Un gran silensio, tuto indifarente,
     L'avea posado le so tende in strada;
     Le passarine cocolade arante,
     Le avea finì de far la so contada.

La primavera, par cunar la gente,
     La intonava 'na bela serenada
     De ariete fine, de canson contente;
     La sera intanto l’era za cascada.

E dal çiel, da 'na pianta ancora verde,
     Tra i angeli in gran bossolo serado 1
     Co la vecia canson che no se perde;

Tra i fiori freschi e i bocoleti spanti 2
     Vegneva zo un fioreto inamorado,
     Un bocolo de rosa in meso a i canti!

Giovanni Ceriotto 3

  1. In bòssolo, come il giro tondo dei fanciulli, in cerchio.
  2. sparpagliati ed aperti.
  3. Giovanni Ceriotto è dopo Berto Barbarani il più noto e più acclamato cultore della poesia veronese che egli ha fatta trionfare nelle maggiori città d’Italia con le sue fortunatissime recitazioni. Nato a Verona nel 1883 entrò nell'arringo poetico giovanissimo; le sue prime strofe datano infatti dal 1901. Varie furono le sue pubblicazioni. Ultimamente raccolse la produzione migliore in un volume edito dal Mondadori e che s’intitola «Nel cor de Verona». Di feconda attività egli ha pronto un altro volume di liriche che presto vedrà la luce.
    Giovanni Ceriotto oltre che poeta è anche ottimo prosatore ricco di fantasia come si riconosce leggendo le sue «Faville dell’anima», magnifico testo di lettura per i fanciulli destinato a combattere in tutta Italia la patriottica nobilissima battaglia antiblasfema.
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